Luca Gandini dice basta: il lungo veronese al termine del match del massimo campionato Banco di Sardegna Sassari – Unahotels Reggio Emilia di domenica scorsa ha annunciato il suo ritiro dal basket. Nato nel 1985 a Trieste (ma solo perché suo padre, calciatore veronese, era il portiere della Triestina) e cresciuto nella nostra città, dal 2003 al 2005 ha vestito la canottiera della Sanzeno Basket, la società nata dalle ceneri della Scaligera Basket. Dopo la parentesi in B1 a Lumezzane, Luca torna a Verona nel 2009/2010 e con la maglia della Scaligera gioca un buon campionato in A/Dilettanti (6.9 punti e 7.3 rimbalzi a partita) per poi passare a Trento, ancora in A/dilettanti e tornare nella sua città natale, Trieste, dove dove rimane due anni e viene promosso in A2.
Nel 2013/2014 ritorna di nuovo alla Tezenis Verona dove resta due stagioni, vincendo la Coppa Italia di A2 al secondo suo anno. Seguono un anno agli Stings Mantova in A2 e due, nella medesima categoria, con la Fortitudo Bologna con la quale arriva fino alla semifinale promozione e vince la Supercoppa LNP 2016. Nella stagione 2018-2019 è a Ravenna (A2) con cui centra i playoff e l’anno successivo sale in A1 chiamato dalla Pallacanestro Varese.
Infine, gli ultimi 4 anni, sempre nella massima categoria, con la Dinamo Sassari: “Oggi si chiude qui a mia carriera – ha dichiarato domenica sera – Sono contento di averla chiusa a Sassari, questa splendida città che mi ha adottato. Non è finita come ci aspettavamo e da giocatore ci tengo a difendere quanto fatto dalla squadra. Noi tutti volevamo arrivare ai playoff, purtroppo però non ci siamo riusciti. Voglio ringraziare tanto i tifosi per il sostegno e la vicinanza che in questi anni hanno dato sia a me che alla squadra”.
ll tuo futuro e i tuoi ricordi più belli? “Vorrei rimanere anche in futuro a Sassari, la mia famiglia si trova molto bene qua e vorrei stabilirmi. Adesso mi serve qualche giorno per metabolizzare quanto sto vivendo, parleremo di futuro tra qualche giorno”.
“I ricordi più belli sono le due semifinali playoff per l’ambiente che c’era al Palazzetto. Ho legato con tutti gli allenatori: sono stati tanti i coach importanti da Pozzecco a Bucchi che ringrazio particolarmente perché mi ha assegnato un ruolo importante all’interno dello spogliatoio, a Markovic. Ringrazio i miei compagni, in particolare quelli con cui ho condiviso tanti anni come Bendzius, Ousmane e Kruslin”.