Le disfunzioni tiroidee sono le malattie endocrine più comuni. Per sensibilizzare alla prevenzione e alla cura in occasione della Settimana mondiale della tiroide l’AOUI di Verona offre visite gratis. Mercoledì 22 maggio, dalle 9 alle 13, presso il dipartimento Testa-Collo, al primo piano, scala F del Policlinico di Borgo Roma. Per prenotazioni telefonare allo 045 8128161. Giovedì 23 maggio dalle ore 16 alle ore 18, presso il padiglione 22, primo piano dell’Ospedale di Borgo Trento. Per prenotare compilare il form sul link https://forms.gle/Yeyjyyxac8wLNgsR7.
Le disfunzioni della tiroide sono provocate da alterazione dei livelli degli ormoni tiroidei (da eccesso o da carenza), colpisce entrambi i sessi ma sono più frequenti nelle donne. L’ipotiroidismo causato da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei determina rallentamento generale del metabolismo, con sensazione di affaticamento, debolezza muscolare e stipsi, elevata sensibilità al freddo, pelle secca, fragilità della cute e dei capelli.
Al contrario l’ipertiroidismo è la produzione eccessiva di ormoni tiroidei e determina un’accelerazione di molti processi metabolici: eccessiva sudorazione e scarsa tolleranza al caldo, tachicardia o palpitazioni, aumento della motilità intestinale e diarrea, irritabilità, ansia e insonnia, tremori, perdita di peso. Entrambe sono patologie croniche, nella maggior parte dei casi di natura “autoimmune”, ovvero causate da una reazione immunitaria anomala.
Anche la patologia nodulare tiroidea è una patologia cronica. La presenza di noduli di ridotte dimensioni, a volte più piccoli di 1 cm, è molto comune nella popolazione generale adulta, il 50% degli over 50, ma la loro rilevanza clinica è molto scarsa. Infatti meno del 5% dei noduli tiroidei è di natura maligna. Il carcinoma papillare è la forma più frequente di neoplasia della tiroide, caratterizzato da prognosi eccellente. Nei pazienti sottoposti a tiroidectomia totale e terapia radiometabolica, i tassi di sopravvivenza a 10 anni raggiungono il 96-98% e i tassi di recidiva l’1-3%.
La patologia nodulare tiroidea è fortemente condizionata dalla carenza di iodio. Sebbene in Italia, grazie alla campagna sull’uso del sale iodato iniziata nel 2005 la nutrizione iodica sia molto migliorata, occorre che si continui ad utilizzare poco sale e solo iodato già a partire dall’età pediatrica, al fine di contrastare in maniera rilevante la formazione del “gozzo” e dei noduli tiroidei. Lo iodio, fondamentale nella sintesi degli ormoni tiroidei, è contenuto in molti cibi come i frutti di mare, alghe, uova e latticini, il cui consumo può contribuire a mantenere adeguati livelli di iodio.