Venerdì 24 maggio a Verona s’è svolto il convegno della UIL sulla figura degli assistenti sociali nei nuovi ambiti territoriali, moderatore Marco Bognin.
Il convegno ha approfondito la nuova organizzazione dei servizi sociali, con un’ottica integrata per i servizi sociosanitari e socio-assistenziali che si svilupperanno nei diversi territori, contestualizzata in un periodo di rapida evoluzione sociale.

La Regione Veneto ha definito 24 Ambiti Territoriali Sociali (ATS) per la regione, 4 per la provincia di Verona, di cui uno nuovo per l’est veronese con capofila il comune di San Bonifacio.
Gli ATS sono enti sovra-comunali che serviranno per l’attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (Leps), essenziali per garantire una governance conforme alla Legge 328 del 2000.

«Essenziale – secondo Stefano Gottardi, segretario generale Uil Fpl — iniziare un dialogo con esperti del settore per affrontare le sfide imminenti in anticipo, affrontando i problemi potenziali e proponendo soluzioni preventive per assicurare la prontezza dei servizi. Promuoviamo il dialogo collaborativo come mezzo principale per offrire supporto alle persone e alle comunità in situazioni di difficoltà.

La riforma dei servizi sociali in Veneto


Siamo convinti che il ruolo degli Assistenti Sociali meriti di essere valorizzato, poiché rappresenta un pilastro fondamentale per affrontare le sfide sociali. La loro presenza attiva sul campo contribuisce in modo significativo alla creazione di una società più inclusiva, solidale e attenta alle necessità di tutti i suoi cittadini. Oggi più che mai, conclude Gottardi, è fondamentale che gli Assistenti Sociali siano inclusi nel personale che riceve un giusto riconoscimento contrattuale ed economico, per evitare che vengano dispersi in altri settori come sta accadendo con altre professionalità».

Le visioni sociali dei relatori

Il segretario regionale Uil Fpl Mario Ragno ha sottolineato l’importanza dell’adesione all’attività sindacale, incoraggiando gli assistenti sociali a partecipare alla prossima elezione delle RSU per non restare esclusi.

Secondo Anna Furlanis, assistente sociale del comune Verona e dirigente sindacale Uil il ruolo degli assistenti sociali e il loro impatto sul contesto sociale è in evoluzione e dovranno relazionarsi con le nuove strutture ATS, che saranno chiamate a rappresentare tutti i comuni coinvolti e interagire con l’Ulss per la fornitura i servizi.
I cittadini non si troveranno più ad avere a che fare con il comune, ma  con un nuovo ente più ampio. Essenziale a questo punto fornire un adeguato supporto durante la transizione. E’ necessario un cambio di paradigma, ha concluso Furlanis, passando da un sistema di welfare generativo a un modello di welfare civile che coinvolga attivamente gli enti del Terzo Settore. In questo nuovo approccio, tutti diventano responsabili delle proprie competenze per essere più vicini ai cittadini, promuovendo una sussidiarietà circolare.

La riforma dei servizi sociali in Veneto

L’assessore ai servizi sociali del comune di Verona, Luisa Ceni, ha evidenziato le sfide nel mediare tra le opinioni dei sindaci e dei delegati delle diverse aree territoriali. Il territorio  di Verona e dei comuni dell’est veronese era troppo ampio, quindi è stata necessaria una suddivisione che è stata approvata dalla Regione.
Verona ha potuto conservare la struttura esistente senza dover creare una nuova società.

Giampaolo Provoli, sindaco di San Bonifacio e capofila per il nuovo ATS dell’est veronese, ha sottolineato la particolarità della connessione socio-sanitaria che caratterizza il Veneto, conosciuta come la “doppia S”, che ci ha visti ultimi ad affrontare l’evoluzione nella gestione dei servizi sociali, dopo 24 anni, rallentando così il progresso rispetto ad altre regioni. Gli ATS richiedono un cambiamento di mentalità. Sarà difficile mettere d’accordo tutti i sindaci. 

Per Matteo Peruzzi, presidente di Federsolidarietà, importanti il ruolo del Terzo Settore, il rapporto fra i comuni e l’Ulss e la problematica economica dovuta alla mancata revisione degli appalti, ritenuta ormai insostenibile. Ha rilanciato la figura dell’assistente sociale quale sentinella sul territorio.

Chiara Luisetto, consigliere regionale del Pd, esperta nel sociale, ha ricordato l’importanza della legge che garantisce un servizio uguale a tutti i cittadini, con particolare attenzione per i piccoli comuni.  Le risorse sono limitate: 1,5 milioni per il 2024 e 2 milioni per ciascuno dei prossimi 2 anni, divisi tra 24 ATS, corrispondono a 80 mila euro ciascuno. Considerando l’assunzione di un direttore, quanto rimarrà per la struttura amministrativa da istituire? Non ci sono abbastanza risorse per garantire la solidità nel tempo della struttura, evitando di dipendere dai singoli comuni che ne fanno parte.

Per Mirella Zambello presidente dell’Ordine degli assistenti sociale del Veneto, è importante la partecipazione per presentare proposte concrete e ottenere risultati tangibili. Siamo di fronte a una trasformazione epocale, seppur tardiva, che ridefinisce il ruolo della professione degli assistenti sociali. La partnership con la Regione Veneto ha consentito di ricevere finanziamenti dal ministero, impiegati per migliorare i servizi sociali locali. Bisogna continuare a seguire le pratiche efficaci se stanno portando buoni risultati. Il cambiamento, l’evoluzione e la collaborazione saranno fondamentali per sviluppare servizi di qualità.

Rita Longobardi segretaria nazionale Uil Fpl, ha evidenziato che chi ci governa non ha le idee chiare del progetto paese: negli ultimi anni la politica incentra il proprio impegno su un’attività speculativa di breve periodo, per ottenere il miglior risultato agli appuntamenti elettorali, tralasciando problemi che stanno incidendo negativamente sulla popolazione. Nel Terzo Settore, a parità di mansione bisogna avere lo stesso salario, non è possibile avere una giungla contrattuale, con chi ne approfitta per fare dumping contrattuale.