Più che una partita, una festa. Festa per il Verona che si è salvato con una giornata d’anticipo. Festa per l’Inter che assieme allo scudetto può appuntarsi sulla maglia la 2^ stella, a significare che di scudetti, nel corso della sua storia, ne ha vinti 20. Festa per il popolo gialloblu che ha sofferto dalla 3^ partita di campionato fino a quella di lunedì a Salerno quando ha conquistato la salvezza matematica.
Una gara quindi senza preoccupazioni per entrambe le parti e senza una particolare significato agonistico. Ed è forse proprio per questo che l’Hellas ha potuto giocarsela con una leggerezza sconosciuta da troppe giornate. E ha dato il meglio di sé.
Ha preso al 10° il solito gol per una leggerezza dei difensori centrali, ma subito dopo, al 17° Noslin ha pareggiato con il 5° gol in campionato raccogliendo un passaggio di un grande Suslov che al 37° raddoppia con uno dei suoi tiri da lontano. Il copione del campionato però s’è ripetuto anche nell’ultima partita. Al 91° altra svista dei difensori centrali e l’Inter pareggia.
Il 2° tempo è scivolato via con qualche rischio corso dal Verona e sventato da delle bellissime parate di Perilli che nell’ultima giornata ha avuto la soddisfazione di giocare da titolare contro l’Inter. Soddisfazione che Baroni ha giustamente voluto dare anche a tutti i ragazzi che sono stati sempre in panchina, ma non per questo meno bravi di quelli che hanno sempre giocato.
Il fatto che Baroni, con il cuore più leggero per la salvezza in tasca e memore che la miglior difesa è l’attacco, abbia insistito più del solito nell’esortare i suoi ragazzi a giocare avanti, è la conferma della consapevolezza di quanto la difesa sia poco affidabile. Ed è stato un miracolo se anche con l’Inter non ha perso l’ultimo momento. Noslin e Suslov sono stati i migliori in campo. Non per i gol realizzati, ma per lai qualità espressa e l’impegno.
Ma tutto questo ormai conta solo in funzione del futuro.
Il futuro del Verona nella mani di Setti, Sogliano e Baroni
Ora il principale nodo da sciogliere è se Baroni continuerà a sedere sulla panchina gialloblu. Potrebbe essere che, forte del curriculum arricchito dalla difficilissima impresa compiuta, cerchi una collocazione più prestigiosa. Oppure che la società decida per un radicale rinnovamento. Certo è che con quello che ha fatto, con 14 giocatori cambiati a metà campionato e allenando di fatto 2 squadre diverse, Baroni, che nel periodo più buio pure s’era attirato delle critiche, se non addirittura la richiesta della sua sostituzione, s’è guadagnato la stima e l’affetto di tutto il popolo gialloblu. Anche per il suo atteggiamento serio e coerente.
Ma non bisogna dimenticare però che il primo ad aver creato le condizioni per la salvezza è Sean Sogliano, il direttore sportivo. Il Verona non può permettersi di perderlo. Poi bisognerà capire che cosa vorrà fare il presidente Setti che, piaccia i non piaccia, nel bene e nel male, continua a portare a casa il risultato di tenere la squadra in serie A. Si dovrà mettere attorno a un tavolo con Sogliano e Baroni e decidere che cosa fare per il futuro. Di giocatori neanche 6 mesi fa ne ha venduti abbastanza. Ma non né detto che qualche allettante offerta del mercato lo induca a cedere qualche gioiello che magari non sapeva neanche di avere.
Questo però dipende solo dalle scelte della società e dei tecnici. Intanto godiamoci tutti ancora una volta la salvezza. Il Verona giocherà in serie A anche il prossimo campionato. Unica squadra del Veneto. Dopo aver perso tante eccellenze, almeno questa non ce l’hanno ancora scippata.