(di Bernardo Pasquali). Politiche agricole ed elezioni europee 2024. Che mistero… Che fine hanno fatto le proteste dei camion di febbraio? Che fine hanno fatto i grandi dibattiti su Farm to Fork, Agenda 2030, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale del settore? Come direbbe l’Assessore Cangini…fatti non pugnette. Eppure di quest’ultime siamo subissati quotidianamente. A mio avviso si tratta di una delle più banali e noiose, nonché inutili, campagne elettorali europee degli ultimi decenni. Un continuo straparlare di destra e sinistra, fascismo e antifascismo, un approccio ideologico alquanto obsoleto e dannoso. I candidati italiani hanno fatto calare il buio sui temi sostanziali delle politiche agricole europee.
Eppure le tematiche ambientali e le politiche agricole vanno di pari passo. L’Europa, lo sappiamo, è divisa in due grandi sistemi di potere. Il Nord che ha un approccio molto più “laico” e distaccato per cui l’agricoltura è solo un’appendice del sistema economico che lo sostiene. Il Sud che dipende molto di più dalla materia prima e da ciò che la terra produce e l’uomo trasforma. Da una parte le politiche agricole sono intese con sostanziale cinismo, dall’altra è l’anima e la storia fondata dei popoli. Questo divario è sempre più evidente con il passare del tempo e l’evoluzione tecnologica che sta condizionando l’intera economia agroalimentare mondiale.
Perchè l’Europa è fondamentale per assicurare le politiche agricole di questo secolo
Se contiamo i secondi in cui i politici italiani parlano di azioni concrete da attuare in Europa sulle principali tematiche agricole che condizioneranno la vita dei cittadini nel prossimo decennio, ebbene, credo che possiamo stare al di sotto del minuto. Un pò è anche colpa di noi giornalisti che ci lasciamo abbagliare da ascolti, followers e likes per migliorare le perfromances di questo o quel network e assicurare le economie dei vari editori, oltre alla nostra sopravvivenza. Ma il silenzio assordante è, a mio avviso, anche premeditato da una classe politica che non è preparata ai grandi temi che dovranno affrontare una volta eletti al parlamento europeo…e questo mi fa tremare le gambe.
E’ pur vero che il settore genera meno del 2 per cento del Pil europeo ma i suoi sussidi pesano per un terzo sul bilancio comunitario. Un paradosso certo, ma una realtà che non può mettere in secondo piano il settore delle politiche agricole rispetto alla programmazione economica e strutturale europea.
Ci sono poco più di 9 milioni di aziende agricole (fonte Eurostat) che gestiscono da sole quasi la metà della superficie dei principali stati europei. In Irlanda, Danimarca, Romania, Lussemburgo e Ungheria i terreni gestiti da imprese agricole sono più del 50%, in Italia il 41%, 43 per cento in Francia, il 46 per cento in Germania e il 47 per cento in Spagna. Solo Svezia e Finlandia arrivano a circa il 10%.
I dati della Commissione Europea ci dicono che il valore della PAC, tra i 2023 e il 2027 sarà di 387 miliardi di euro su un totale del bilancio europeo tra il 2021 e il 2027 di 1076 miliardi di euro, in pratica l’intera PAC ha un valore che è un terzo dell’intero bilancio europeo.
Politiche agricole e peso sull’ambiente
Ci sono paesi come Bulgaria, Estonia e Lettonia che hanno aumentato del 20% le emissioni dovute al settore agricolo. I quattro grandi Paesi europei (Italia, Francia, Germania e Spagna) le hanno ridotte. Dal 2005 al 2022 le emissioni in generale sono diminuite del 4,8% anche se i divari tra stati rimangono. Cosa intendono fare i politici italiani per questo settore delle politiche agricole europee? Ditecelo!
Sviluppo della Biodiversità e 4% di terreni dedicati
Le proteste degli agricoltori di febbraio hanno bloccato il progetto dell’Unione che prevedeva che il 4% delle proprietà di tutte le imprese agricole rimanesse incolto per favorire la biodiversità. Il provvedimento doveva entrare in vigore il 1 gennaio 2024 ma ora è stato sospeso. Cosa intendono fare i politici italiani che andranno in Europa su questo? Ditecelo!
Che fine faranno i pesticidi?
Entro il 2030, secondo Farm to Fork, i pesticidi sarebbero stati banditi dalle attività agricole europee. Le proteste hanno fatto desistere Ursula Von Der Leyen e tutto viene rimandato. La commissaria dice che bisognerà affrontare il problema con un approccio diverso. Politiche agricole più vicine ai produttori. Cosa intendono fare i politici italiani che andranno in Europa su questo? Ditecelo!
Quale target finale per le emissioni in agricoltura?
L’obiettivo di ridurre del 30% le emissioni in agricoltura al 2024 è saltato ed è passata una bozza che dice questo: «L’agricoltura è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare in Europa e, con politiche efficaci che premino le buone pratiche e un sostegno adeguato, può anche contribuire a ridurre le emissioni». Ebbene cosa intendono fare i nostri politici che verranno eletti domenica prossima? Ditecelo!
Nutriscore & C.
I francesi hanno proposto durante la loro sessione di presidenza il Nutriscore come sistema di controllo della funzionalità positiva degli alimenti, mettendo fuori gioco molti dei prodotti del Sud-Europa. Su queste Politiche Agricole e socio economiche gli stati membri si sono già applicati con presa di distanza, in modo particolare da Italia, Spagna e Grecia, ma non si è ancora arrivati ad una decisione definitiva. Sappiamo come la pensa il nostro Ministro che ne ha fatto una battaglia insieme alle associazioni di categoria. Ma come andrà a finire? Cosa faranno i nostri eroi che arriveranno a Bruxelles? Ditecelo per favore!
Questione surplus del vino e tutela dei prodotti europei dalle aggressioni commerciali internazionali
Le politiche agricole europee hanno segnato un ottimo punto con l’entrata in vigore del nuovo regolamento sulle Dop e le IgP. Un provvedimento che ne aumenta la centralità e ne amplifica il significato con una valorizzazione molto più approfondita del territorio d’origine. Eppure le proteste stile Green Peace, della Coldiretti, con le barche che hanno circondato in mare le nave cinesi piene di pomodori ci devono far riflettere su alcune rotte “tossiche” per la salvaguardia dell’agricoltura europea, non solo italiana.
E cosa intendiamo fare nel futuro? Continuare con gli accordi bilaterali per l’acquisto di Olio Extravergine dai paesi nordafricani? Cosa sarà del futuro del vino in Europa? La Francia in un anno ha stanziato 350 milioni di euro per due interventi di abbattimento della produzione di vino rosso, in particolare Bordeaux. 200 milioni per l’avvio alla distillazione e 150 milioni come ristoro per la dismissione di 3000 ettari vitati. La Germania è oggi uno dei principali produttori di vino senz’alcol e le fanno compagnia Francia e Spagna. In Italia queste procedure sono vietate ma sulle nostre carte dei ristoranti la sezione “vini senz’alcol” è già presente.
Anche nei due casi precedenti cosa farete cari partiti italiani? Ce lo potete dire? Anche oggi accendo la televisione e faccio zapping tra i vari canali, osservando solo scaramucce e insopportabili pseudo dibattiti che tendono solamente a delegittimare l’avversario politico. Francamente delle vostre “spugnette” non ne possiamo più.
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