Sulle liste d’attesa il ministro della Salute ha snocciolato i numeri dell’intervento del governo. La copertura, approvata dal ministero dell’Economia è di 250 milioni. Ci sono ci sono 100 milioni ancora non spesi di quelli stanziati nel 2022 e più di 500 stanziati ad hoc nell’ultima manovra. E’ stato poi alzato il tetto di spesa per il privato convenzionato dai 123 milioni per l’anno in corso ai 370 per il 2025 e 500 per il 2026.
Con queste misure il Orazio Schillaci punta a rafforzare la risposta del pubblico per accorciare le liste d’attesa. Lo fa assegnando più risorse al personale sanitario che si rende disponibile a lavorare anche nei weekend, ma bisognerà vedere la risposta sul campo, ma anche con misure come quella che prevede la rescissione dei contratti con quelle strutture private che non collaborano con i Cup per fornire il massimo delle prestazioni.
Snellite le procedure delle liste d’attesa
Ma c’è anche uno snellimento delle procedure che permettono all’utente del son di ricorrere al provato nel caso che la visita o l’esame diagnostico richiesto non sia erogato in tempi ragionevoli dal pubblico. Fino ad oggi lai procedura era indaginosa, al punto da scoraggiare chiunque. Adesso invece sarà la stessa Azienda sanitaria, attraverso la gestione centralizzata del Cup regionale o infraregionale, a trovare il privato che può fornire al cittadino la prestazione richiesta ricorrendo o alla libera professione ‘intra moenia’ o alle strutture private accreditate e convenzionate.
Si tratta di segnali di attenzione e di buona volontà da parte del governo di cui a breve si potrà verificarne l’efficacia. Resta il fatto che intervengono sugli effetti e non sulle cause della lunghezza delle liste d’attesa. Quello che invece è necessario ed anche urgente è che il governo proceda ad una riforma dell’intero sistema prima che collassi.