(di Elisabetta Gallina). Non una Beatrice ma bensì due. Una perché realmente si chiama così, l’altra è Sofia, due studentesse di terza dell’Istituto Don Bosco. Noi de L’Adige di Verona siamo stati “anime” celestiali nel loro ultimo giro da narratrici tra i gironi, anzi, i nove Cieli che fino alla scorsa domenica hanno portato il Paradiso dantesco sulle colline della città. Castel San Pietro è stato, infatti, come l’Empireo per quasi due mesi. Tutto questo grazie a «Il mio Paradiso. Dante profeta di speranza». Dopo l’Inferno e il Purgatorio, la terza tappa del percorso artistico-multimediale ideato dall’associazione Rivela.

L’intento (riuscito) è stato quello di avvicinare i giovani al poema dantesco, con uno sguardo nuovo e profondamente attuale. E non solo per le nuove generazioni. Le puntuali spiegazioni, le domande scritte a mano sui pannelli, le disgressioni e i parallelismi con l’epoca moderna hanno riempito di umanità e attualità la Divina Commedia con travolgente entusiasmo.

Dante e Beatrice, e con loro tutti gli incontri della cantica celestiale, sono stati magistralmente resi supereroi dalle illustrazioni moderne ed evocative di Gabriele Dell’Otto, disegnatore della Marvel e narrati da alcuni video-guida dall’ideatore della mostra, “un mito” così viene definito dalle studentesse, il pedagogista Franco Nembrini.

Un viaggio emozionale, con guide d’eccezione un centinaio di studenti veronesi dei PCTO, i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, in pratica l’alternanza scuola-lavoro, che per primi hanno subìto il fascino della ricerca del “pan degli angeli” e che spesso si sono messi a disposizione ben oltre il dovuto. Accompagnando migliaia di visitatori, anche in più lingue, a «trasumanare» tra gli spazi recuperati all’interno della fortezza che oggi abbraccia visivamente tutto il centro storico.

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Uno spettacolo stellare commovente. Uno sguardo guadagnato passo dopo passo, dal Paradiso terreste al Paradiso di Dio e ancora oltre, fino a quell’«amor che move il Sole e l’altre stelle» che conclude l’ultimo Canto, reso infinitamente reale grazie ai colori, alle proiezioni video e alle immagini concesse in via esclusiva da Nasa ed Esa, le agenzie spaziali americana ed europea.

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Tavola riepilogativa

Il lavoro di questi ragazzi, fatto di lezioni, approfondimenti e tanto studio personale, è stato proposto a migliaia di visitatori con passione e soprattutto tramite un dialogo intimo e personale con Dante. Perché, come scrive Franco Nembrini: “Vale la pena fare la fatica di leggere Dante? Vale la pena se si parla con Dante, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita. Allora, improvvisamente, Dante parlerà. Parlerà al nostro cuore, alla nostra intelligenza, al nostro desiderio; ed è un dialogo che una volta cominciato non finirà più”. Esperienza da ripetere e da riproporre.

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Alla fine del percorso lo slide show degli studenti coinvolti nelle tre mostre e immagini esclusive di Nasa ed Esa