(di Gianluca Ruffino) Tra i protagonisti della strepitosa spedizione azzurra agli europei di atletica di Roma c’è un ragazzo che nel 2024 si è pian piano consacrato tra i migliori atleti della sua specialità. Catalin Tecuceanu, mezzofondista italiano classe 1999 nato in Romania e trasferitosi a Padova all’età di nove anni, ha ottenuto la prima gioia in carriera nella capitale, conquistando la medaglia di bronzo negli 800 metri con una rimonta straordinaria.
Una soddisfazione, quella del ragazzo che si allena a Bussolengo, arrivata dopo il quarto posto ai mondiali indoor, a testimonianza della grande crescita di Catalin in questa stagione.
Metabolizzata la gioia per la medaglia romana, abbiamo intervistato il 24enne azzurro, per scoprire i suoi sogni e gli obiettivi in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024.
La tua crescita esponenziale ti ha portato ad essere tra gli atleti italiani più in forma. Cosa è scattato quest’anno nella tua testa per spingerti a fare il salto di qualità?
Ad inizio stagione abbiamo guardato con il mio allenatore quali fossero gli appuntamenti più importanti dell’anno. Mi sono preparato per arrivare pronto a quelle gare, e di settimana in settimana mi sono sentito sempre più in forma. Al mondiale indoor ho ottenuto il quarto posto e il record italiano, ho staccato una settimana e poi ho ripreso ad allenarmi in vista degli Europei a Roma. Adesso sto già lavorando in vista delle Olimpiadi.
Hai superato il record italiano indoor di Giuseppe D’Urso, che durava da 31 anni. Cosa si prova a superare un record così longevo?
È un’emozione forte. Sapere di essere l’italiano che ha corso la specialità più forte di tutti è un grandissimo orgoglio. Il prossimo obiettivo è quello di superare il record outdoor, che dura da 51 anni (record detenuto da Marcello Fiasconaro, che nel giugno 1973 corse in 1’43”7 n.d.r.).
Ai Mondiali è arrivato un quarto posto che ti ha lasciato l’amaro in bocca. Poi però agli Europei è arrivata la prima gioia continentale, con una spettacolare rimonta nel finale.
La delusione per il quarto posto l’ho superata dopo poco tempo, perché sapevo di aver dato il massimo. A Roma poi è finalmente la prima medaglia internazionale, e l’emozione di vincerla di fronte al pubblico italiano è stata incredibile. I tifosi mi hanno fatto sentire il loro affetto, mi chiedevano di fare una foto. È stato proprio bello.
La tua crescita è coincisa con l’inizio della collaborazione con Gianni Ghidini. Su cosa avete lavorato?
Questa crescita è frutto del lavoro di tanti anni. Ho iniziato a lavorare con Gianni che già avevo corso in ottimi tempi, ma con lui sono migliorato a livello fisico e sulla forza. Adesso sono più maturo e consapevole dei miei mezzi.
Gli 800 metri sono uno sport in cui velocità e tattica si fondono. Catalin è più velocità o tattica?
Catalin è ottocentista adesso, mi sento forte sia nella velocità che nella resistenza. Non potrei vincere i 400 metri o i 1500 metri, ma farei bene in entrambi (sorride).
In quasi ogni intervista hai dichiarato di sentire di poter migliorare le tue prestazioni. Sei una persona molto autocritica?
Dopo ogni gara sono consapevole di poter fare meglio, perché magari ho commesso un errore che mi è costato mezzo secondo. Sono convinto che se riuscissi a fare la gara perfetta, otterrei un ottimo tempo. Ma le medaglie sono più importanti dei tempi.
L’Italia dell’atletica ha dominato gli Europei a Roma, stravincendo il medagliere. Di chi sono i meriti del trionfo azzurro?
I meriti sono di tutti quanti. Come ha dichiarato Jacobs l’Italia adesso vuole essere allo stesso livello dei più forti e non gareggiamo più solo per passare un turno, ma per vincere una medaglia. È cambiata la mentalità. Significa che tutto il sistema sta funzionando bene.
L’appuntamento più importante della tua carriera arriva tra poco più di un mese, i Giochi olimpici. Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo è di superare il primo turno, poi il secondo e se dovessi arrivare in finale, provare a vincere una medaglia. Ci penseremo un po’ alla volta.
Catalin non vuole sbilanciarsi troppo, ma sognare non costa nulla e l’azzurro ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per provare ad entrare nella storia dell’atletica italiana. E noi non possiamo che augurarcelo.
Photo Credit: Grana/FIDAL