(pd) L’autonomia differenziata è arrivata. Bravo Calderoli che l’ha portata a casa. Merito di Zaia che col referendum del 2017 ha innescato l’iter che è durato 7 anni. Brava la Meloni che ha mantenuto la parola data a Salvini e bravo anche lui che può mettere il risultato nel suo carnet di segretario della Lega.
Insomma, bravi tutti. E tutti contenti. Tutti, nel senso di quelli che la volevano. Perché al sud ce ne sono tanti che non la vogliono. Anche nel centrodestra. Sono preoccupati per l’unità nazionale, dicono. In realtà temono che arrivino meno soldi dallo Stato.
Però, passato l’entusiasmo, meglio guardare la realtà. Siamo sicuri che questa autonomia sia proprio quella che chiedono 15 milioni di cittadini Veneti e Lombardi?
Qualche dubbio viene. Per esempio ci vorranno almeno 2 anni perché il Veneto possa ottenere tutte e 23 le competenze richieste. Sempre che alla fine il presidente del Consiglio non ponga qualche veto, perché la legge prevede anche questo. E poi c’è il problema dei Lep ( i livelli minimi delle prestazioni) e dei conti per finanziare le nuove attribuzioni. Dove andranno a prenderli i soldi? Bisognerà metter mano al bilancio dello Stato. Auguri.
Tutti problemi risolvibili. Forse.
Autonomia ‘differenziata’ si dice. Perché differente da regione a regione.
Ma la vera differenza dall’autonomia vera é non va a toccare il residuo fiscale.
L’autonomia dimezzata
Il residuo fiscale regionale è la differenza tra le tasse pagate nella regione e i trasferimenti e i servizi ricevuti dallo Stato.
Noi veneti, per avere un’idea, versiamo all’erario 15.096 euro all’anno a testa, ma in termini di trasferimenti e servizi ne riceviamo 12.416. Vale a dire che ciascuno di noi ‘regala’ ad altre regioni 2.680 euro all’anno.
Ai lombardi va anche peggio. Ognuno versa allo stato 18.841 euro e ne riceve 13.751.Gli abitanti dell’Emilia-Romagna versano 16.890 euro testa e ne ricevono 14.079. I piemontesi versano allo stato 15.166 euro e ne ricevono 14.160. Anche i toscani, i laziali e i valdostani pagano più di quanto lo stato dà loro.
Tutti gli altri italiani invece ricevono più di quanto danno. Tra questi, ovviamente, i cittadini delle Regioni a statuto speciale, Valle d’Aosta a parte, che hanno un residuo fiscale positivo. Ad esempio ogni siciliano riceve in servizi 2.989 euro all’anno. E così via.
Non per rovinare la festa, ma bisogna essere consapevoli che fino a quando non s’arriverà a toccare il residuo fiscale l’autonomia non è solo differenziata. E’ dimezzata.