L’assemblea di Sinistra Italiana di sabato scorso sulla questione Marangona segna una spaccatura all’interno della maggioranza del sindaco che arriva a pochi giorni dal compimento di 2 anni di amministrazione.
Una spaccatura che non andrà a incidere sulla linea riaffermata da Tommasi, né sui numeri in Consiglio comunale, dove si prevede che sia il Pd che Traguardi saranno allineati e coperti sulle posizioni del sindaco, ma più in generale su quella fetta di opinione pubblica e di elettorato di sinistra che è stato determinante nella vittoria di 2 anni fa.
Perché non c’è solo Bertucco e la Cugini a contestare la scelta del sindaco. E’ solo la punta dell’iceberg. C’è anche tutta un’area, che va dalla sinistra radicale a quella ecologista, dalla sinistra moderata all’associazionismo ambientalista, che è convinta che Tommasi non tenga nella giusta considerazione le istanze di una parte importante di quella stessa comunità che lo ha eletto.
C’è grande delusione per il fatto che in tanti avevano creduto di dargli il voto per fare cose diverse da quelle che invece sta facendo. Perplessità che serpeggiano anche in coloro che votano Partito Democratico. Vorrebbero che su scelte così importanti sarebbe giusto discutere delle posizioni sulla Marangona in un’assemblea del partito.
La crepa non è solo nella sinistra del palazzo
Sintetizza queste posizioni Giorgio Massignan, che è stato primo a sollevare il problema Marangona. Massignan dice di aver apprezzato il coraggio e la chiarezza del sindaco nel partecipare all’assemblea di sabato davanti a “una platea, che sapeva essere contraria alle sue convinzioni, senza usare termini demagogici per ingraziarsi il pubblico e per ottenere un minimo di consenso”. Ma è tutto il resto che non va secondo l’autorevole esponente dell’ambientalismo veronese.
“Se di Tommasi apprezzo la chiarezza,- dice- temo molto di più la sua mancanza di malizia politica, l’incapacità di capire e di partecipare ai subdoli meccanismi dei politici e la sua ingenuità e incompetenza nel gestire i giochi all’interno e all’esterno del palazzo. Tommasi è stato convinto che i programmi decisi dalla vice-sindaca Bissoli e dagli investitori privati e pubblici siano la soluzione migliore per lo sviluppo economico, sociale e anche ambientale della nostra città, anche a scapito della coerenza con il programma elettorale”.
“Ed è proprio la sua profonda convinzione di agire per il bene della collettività che lo rendono il pericolo più insidioso, non solo per la tutela dell’ambiente e per la qualità urbana, ma anche per il futuro assetto socioeconomico che assumerà il nostro territorio”.
E qui Massignan alza il tiro.
“La scelta di Damiano Tommasi a sindaco e degli avvocati Bissoli e Perini, rispettivamente a vicesindaco e a capo gabinetto, è stata un’operazione magistrale dei gruppi di interesse economico che lo hanno appoggiato in campagna elettorale. A questo, vanno aggiunti i pretoriani di Traguardi e il ruolo del PD che, come è già accaduto, dimentica di quando era all’opposizione e delle scelte urbanistiche che aveva contestato”.
“Questa giunta – continua Massignan- non si fermerà per le nostre proteste e manifestazioni, finirà il “lavoro sporco” iniziato dalle amministrazioni di centrodestra e appagherà i desiderata degli investitori privati e pubblici. Dopo la Marangona sarà il turno del Nassar, degli hotel in deroga nel Centro Storico e di tutto quello che era rimasto nel congelatore”.