(aggiornato ore 17,21) Paolo Borchia (qui con Marine Le Pen a Pontida) torna a Bruxelles: sono stati ufficializzati i nomi degli otto parlamentari europei della Lega che rappresenteranno il movimento del Carroccio a Bruxelles e Strasburgo. La comunicazione ufficiale sui nominativi dei neoeletti leghisti è arrivata direttamente da una nota del partito guidato da Matteo Salvini, che ha reso noto che il generale Roberto Vannacci ha optato per essere eletto nel collegio del Nord-Ovest, “dove con 186.966 preferenze ha ottenuto il suo migliore risultato tra tutte le circoscrizioni elettorali”.
Ecco quindi la pubblicazione dell’elenco degli otto eurodeputati eletti con la Lega: Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri, Paolo Borchia, Susanna Ceccardi, Aldo Patriciello, Raffaele Stancanelli (tutti riconfermati in Europa), e gli entranti Anna Maria Cisint (sindaca di Montefalcone) e – per l’appunto – Roberto Vannacci. Con la decisione addottata dall’ex comandante della Folgore, per Angelo Ciocca (che era uno dei candidati in bilico per un’altro mandato europeo) terminerà l’avventura nel Parlamento Ue dopo otto anni consecutivi.
Soddisfazione piena in generale viene espressa dallo stesso Salvini: “Ringrazio il generale Vannacci per una scelta che permette alla Lega di avere una rappresentanza territoriale equilibrata in tutto il Paese, sicuro che Roberto darà un contributo sempre più prezioso in una fase storica e internazionale che ci vedrà protagonisti”.
Con Paolo Borchia – responsabile per la Lega degli Italiani all’estero e plenipotenziario cn gli altri movimenti sovranisti in Europa – sono dunque tre gli europarlamentari veronesi, un record per la nostra città. Martedì 16 luglio si terrà il loro insediamento ufficiale nella prima assemblea plenaria di Strasburgo, insieme agli altri 712 europarlamentari.
Borchia all’Europarlamento: Filippo Rigo, pronti a nuove battaglie per il Veneto
“Paolo Borchia è stato confermato definitivamente al Parlamento europeo, a riprova della bontà del lavoro svolto. A lui, unico rappresentante veneto in questo fondamentale organo dell’Unione Europea, e a tutto il suo staff vanno le più sincere congratulazioni mie e di tutto il gruppo della Lega”. Con queste parole il consigliere regionale della Lega-Liga Veneta Filippo Rigo (nella foto qui sopra) esprime la propria soddisfazione per il risultato del candidato alle Europee Borchia.
“Paolo si è speso incessantemente per il Veneto e in particolare per il Veronese, garantendo il massimo sostegno alle amministrazioni locali, alle associazioni di categoria e ai nostri cittadini. Le tante preferenze ricevute sono il giusto premio per la dedizione e l’impegno da lui dimostrate. E alla soddisfazione aggiungiamo gli auguri per le prossime, importanti battaglie a beneficio dei nostri territori”.
Paolo Borchia, la prima dichiarazione: riscriviamo green deal e lotta alla denatalità europea
“Provo senso di responsabilità e soddisfazione per la riconferma al Parlamento europeo: un risultato non scontato in termini di riscontro sul territorio, nonostante il contesto complicato di questa tornata elettorale. Nella scorsa legislatura credo di aver svolto un mandato propositivo, mettendo il massimo dell’impegno. L’obiettivo è di migliorare ulteriormente nei prossimi 5 anni, portando risposte e risultati tangibili ai territori che rappresento. Sono pronto fin da ora a ricominciare per un Nord-est protagonista in Europa”.
Così l’eurodeputato della Lega Paolo Borchia che aggiunge: “Chi ha malgovernato l’Europa fino adesso ha preparato una spartizione delle poltrone che non tiene conto della volontà popolare. È impensabile che altri 5 anni di ammucchiata tra popolari e sinistre portino i risultati che la gente chiede; unico collante, la voglia di escludere le forze che chiedono un’Europa diversa.
A me e alla Lega aspettano altri anni di dure battaglie: nutro forte preoccupazione per l’andamento demografico, che inevitabilmente ha conseguenze sulla tenuta dei sistemi pensionistici, in particolare in Italia. Serve risolvere il tema della produttività e della competitività, altrimenti gli stipendi non saliranno. Non solo, c’è un Green deal da riscrivere: sì alla sostenibilità ma con meno divieti, che avvantaggiano altri Paesi come la Cina, e più libertà di impresa. Infine, massima attenzione per fermare la criminalizzazione dell’agricoltura, siamo e saremo sempre dalla parte dei nostri agricoltori. Adesso su le maniche, non vedo l’ora di ricominciare”