Con la tappa odierna della campagna nazionale Goletta dei Laghi, si rinnova l’impegno di Legambiente nella difesa delle acque dei laghi italiani. La situazione della sponda veronese del Lago di Garda presenta preoccupazioni che necessitano di interventi immediati e coordinati.

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Nel dettaglio, dei sei punti monitorati da Legambiente lungo la sponda veronese del Garda, tre risultano fortemente inquinati. Le foci dei torrenti Marra, Bosca e Rielo hanno mostrato concentrazioni elevate di escherichia coli ed enterococchi intestinali, oltre i limiti di legge. Questo segna un peggioramento rispetto agli anni precedenti, quando tutte le foci risultavano nei limiti consentiti, ad eccezione del torrente Marra nel 2021 e del torrente Bosca nello stesso anno.

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Andrea Gentili, vicepresidente del Circolo di Legambiente Verona e del direttivo regionale di Legambiente, attribuisce parte del problema alle recenti piogge, che hanno influenzato negativamente i monitoraggi. Tuttavia, Gentili sottolinea l’importanza di considerare anche l’impatto dei cambiamenti climatici, con periodi alternati di siccità e piogge intense che compromettono l’efficacia del sistema di depurazione.

“La mancata separazione delle acque bianche da quelle nere aggrava la situazione – spiega Gentili – poiché in caso di forti piogge, il sistema di collettamento non regge e l’acqua di pioggia, mischiata agli scarichi fognari, viene riversata nel lago. Anche i reflui zootecnici, con le abbondanti piogge, possono aver contribuito all’inquinamento.”

Un intervento cruciale, secondo Legambiente, è il rifacimento del collettore fognario, con la posa delle tubature sulla sede stradale invece che sulle spiagge. Attualmente, solo la sponda veneta ha approvato il progetto definitivo, mentre la sponda bresciana è ancora nella fase di studio preliminare, nonostante entrambe le sponde siano strettamente interconnesse.

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“Il lago di Garda è un patrimonio idrico, economico e ambientale fondamentale a livello italiano ed europeo – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – e richiede una gestione unitaria e coordinata per affrontare le pressioni climatiche e antropiche.”

Legambiente solleva inoltre preoccupazioni sulla ciclopista del Garda, un progetto conosciuto più per la sua potenziale pericolosità che per i benefici turistici. Gli eventi franosi, soprattutto nell’alto lago veronese e bresciano, evidenziano i rischi associati a questo progetto, recentemente sotto esame anche dalla Corte dei Conti per i costi elevati.

Un appello per la protezione del Garda

Raffaello Boni, presidente del Circolo il Tasso Baldo-Garda, conclude richiedendo un aggiornamento e un allineamento della progettazione riguardante il lago alla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Boni enfatizza l’importanza di proteggere e valorizzare l’ecosistema naturale e il suolo, proponendo uno studio approfondito per la rinaturalizzazione della fascia perilacuale.

“È necessario creare un Osservatorio Interregionale per il Garda – propone Boni – che riunisca attori istituzionali e associazioni per tutelare l’ecosistema e promuovere attività scientifiche e di ricerca, supportando i decisori nella valorizzazione del territorio gardesano.”

Legambiente sollecita interventi urgenti e coordinati per proteggere e valorizzare il Lago di Garda, mettendo al centro l’ecosistema naturale e promuovendo una gestione unitaria e sostenibile del bacino lacustre.