Sono 5 le regioni che si muovono contro l’autonomia differenziata.
L’Emilia Romagna contro l’autonomia
L’ultimo atto di Stefano Bonaccini prima di lasciare la presidenza del’Emilia-Romagna, avendo optato per il seggio all’Europarlamento, è stato quello di far approvare dalla sua Regione la richiesta di referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Così, assieme a quelle avanzate da Toscana, Campania, Puglia e Sardegna, risparmierà la fatica di raccogliere le 500 mila firme prescritte entro il 30 settembre a quelli che vogliono abrogare la legge Calderoli.
Quello che sorprende è che Bonaccini era stato, con Zaia e Fontana, uno dei 3 governatori che avevano fatto richiesta a Roma proprio dell’autonomia.
La Sardegna contro l’autonomia. Tanto ce l’ha già
Ma questo non è niente rispetto a quello che dichiara la presidente della Sardegna, Alessandra Todde.
“È incredibile – dice la grillina- che ci siano presidenti come Zaia, di una Regione che è diventata così ricca grazie ai soldi di tutti, anche dei cittadini sardi, che a fronte di tutto l’aiuto che hanno avuto dallo Stato adesso si ergano a difensori dell’autonomia”.
“Io – ha continuato imperterrita nella sua delirante dichiarazione- come presidente di una Regione a statuto autonomo voglio rivendicare e voglio dire chiaramente ai nostri concittadini che i soldi presi dalle Regioni, ora più ricche grazie ai contributi di tutti, sono sottratti a noi”.
E, tanto per mettere le mani avanti, ribadisce il diritto all’autonomia speciale della Sardegna per il solo fatto che è un’isola. Quindi, secondo lei, “visto che il bilancio dello Stato è un vaso unico, non capire che se si prendono risorse in più, si sottraggono a chi ne ha più bisogno e noi ne abbiamo bisogno proprio perché siamo speciali”.
Probabilmente, essendo nuova della politica, la Todde deve ancora schiarirsi le idee su alcuni fondamentali.
Affermare che il Veneto è ricco perché porta via i soldi alla Sardegna è un’idiozia atomica. Senza andare a scomodare la storia, basterebbe che la Todde avesse una vaga idea di che cos’è il residuo fiscale, di cui forse non ha mai sentito parlare.
Noi Veneti, tanto che la presidente sarda se ne faccia un’idea, ogni anno versiamo all’erario 15.096 euro a testa, mentre in termini di trasferimenti e servizi ne riceviamo 12.416. Vale a dire che ciascuno di noi ‘regala’ ad altre regioni 2.680 euro all’anno.
Gli abitanti della Sardegna invece versano allo Stato 9.488 euro a testa all’anno, ma ne ricevono 12.651. Quindi ogni sardo riceve dallo Stato 3.169 euro all’anno. Tra questi anche quelli dei Veneti.
Quindi tutto si può dire, meno che il Veneto sia diventato ricco, ammesso che ricco sia, grazie alla Sardegna. I Sardi godono di tutta la nostra stima e simpatia, ma non perché ci hanno reso ricchi, ma per come sono.
Autonomia a senso unico
Dire poi che la Sardegna ha diritto all’autonomia speciale solo perché è un’isola, il che, secondo lei, dovrebbe rappresentare un handicap, è decisamente risibile. La Sardegna infatti gode di tutti i finanziamenti statali per la continuità territoriale che di fatto va ad annullare quello che secondo lei dovrebbe essere l’isolamento.
Anzi, esser isola, più che un handicap è un vantaggio, visto che la Sardegna con il suo mare meraviglioso attrae investimenti, turismo e ricchezza. Si pensi solo a quanti Veneti sono stati, vanno e andranno in Sardegna in vacanza. Sicuramente più dei Sardi che vengono in Veneto. E anche qui il bilancio è tutto in favore dei Sardi.
Che poi la Todde, per ordine di scuderia della sinistra, si batta contro l’autonomia, incoerenza a parte, ci può anche stare. Ma che per giustificarlo dica che i Veneti, quello che hanno, non se lo sono guadagnato con il loro lavoro, ma glielo hanno dato i Sardi è un’emerita stupidaggine.