Elena Donazzan, ha scelto il Parlamento europeo e venerdì 19 luglio rassegnerà le dimissioni da assessore al Lavoro, Istruzione e Pari opportunità della Giunta regionale del Veneto.
Non è stata una scelta semplice per Elena Donazzan, che ha dedicato alla Regione 24 anni della sua vita, visto che ha solo 52 anni, dato che è stata eletta per la prima volta in Consiglio regionale nel 2000. Dal 2005 è stata assessore ed è, nonostante l’età l’assessore più anziano del Veneto.
In queste ore Zaia deve scegliere chi la sostituirà. E siccome la casella in giunta spetta a Fratelli d’Italia, sarà determinante il confronto con Giorgia Meloni per decidere il nome, che secondo gli equilibri ‘rosa’, dovrà essere una donna.
La scelta non è ancora stata fatta, ma è molto probabile che a sostituire la Donazzan sia Elisabetta Gardini, attualmente deputato, già parlamentare europea, che però a sua volta si dovrebbe dimettere dalla Camera in quanto il ruolo di assessore è incompatibile con quello di parlamentare. Ciò avverrebbe a fronte della garanzia da parte del partito di avere un ruolo importante nella prossima legislatura regionale, visto che quella in corso è a termine e si concluderà a settembre del prossimo anno.
Si passerebbe quindi da un’assessore vicentino -la Donazzan è di Bassano del Grappa- ad uno padovano. Un altro spostamento, anche se per poco più di un anno, degli equilibri regionali in favore del Veneto orientale, dove è concentrata gran parte del potere politico-amministrativo. Se così fosse, Verona incasserà anche questa.
Dopo Donazzan e dopo Zaia
Ma la preoccupazione è rivolta a quello che avverrà in seguito. E sarà fondamentale per il futuro di Verona che il prossimo candidato presidente della Regione sia frutto della volontà di riequilibrare una situazione non tollerabile oltre in termini di marginalizzazione del nostro territorio.
Da 30 anni il governatore è di Padova e Treviso. E’ ora che la presidenza regionale torni a Verona.