Assistito a casa l’8% dei pazienti over 65. E’ la ‘Casa primo luogo di cura‘. Questa una delle linee guida del governo nell’ambito di una razionalizzazione del Ssn. Si punta quindi sull’ Assistenza Domiciliare Integrata, comunemente chiamata Adi. E’ l’alternativa all’istituzionalizzazione dei pazienti. Invece di tenerli in un Ospedale di Comunità o in una Rsa vengono seguiti a casa loro.
Il ministro della salute Orazio Schillaci la sta realizzando. Laddove è possibile e ci son o le condizioni logistiche e familiari per poterlo fare, meglio che il malato over 65 venga curato presso il suo domicilio.
C’è un aumento dei malati presi in carico dall’Audi di 529.761 unità sull’estrazione dei dati riferiti al 2023, rispetto alla vaseline del 2019, con un aumento dell’8%.
Ci guadagnano tutti. Il malato in primis, per evidenti ragioni di carattere psicologico, sociale ed economico. Ma ci guadagna anche nel sistema sanitario, visto che l’Adi è meno costosa del ricovero in una struttura pubblica.
Adi. Obiettivo 10%
Il governo è andato avanti sulla sua linea, tanto che il ministro ha potuto annunciare che l’obiettivo intermedio nell’ambito del Pnrr di superare ed il l’8% di assistiti over 65 in Adi è stato raggiunto.
Ed ora si sta lavorando per poter prendere in carico entro il 30 giugno 2026 il della popolazione di età superiore ai 65 anni. Per questo si attinge alle risorse del Pnrr per 2,97 miliardi ed è stato istituito un apposito tavolo con le Regioni, coordinato dal ministero della Salute e dall’Agenas, con il compito di tenere sotto controllo la situazione.
Fondamentali per l’incremento di questo tipo di assistenza che permette al malato anziano di stare a casa sono la digitalizzazione, la telemedicina e il fascicolo sanitario elettronico.