L’acqua potabile nelle case italiane è sostenibile e sicura, con i controlli effettuati da cui risulta negli ultimi 3 anni conforme ai parametri indicati dalla legge in quasi il 100% dei casi. Lo afferma il primo rapporto del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque dell’Istituto Superiore di Sanità, basato sui dati delle Regioni e del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale. 

Molto soddisfatto il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli. «Dall’ISS la conferma che l’acqua di rete è di qualità. Un risultato che certifica il lavoro svolto in team dalle massime competenze nel settore.

Lo scorso anno Acque Veronesi attraverso il proprio laboratorio certificato ha effettuato solo per quanto riguarda l’acquedotto circa 3 mila campionamenti analizzando oltre 115 mila parametri, con l’obiettivo proprio di garantire un’acqua con caratteristiche di qualità sempre più elevate.
Inoltre, in anticipo rispetto alla normativa europea e tra i primi gestori in Italia, Acque Veronesi ha completato e messo in atto i Piani di Sicurezza dell’Acqua: uno strumento innovativo che mira a prevenire i rischi di inquinamento, aumentando ulteriormente la garanzia della qualità dell’acqua dal punto di prelievo sino alla distribuzione.  

L’acqua di Verona è buona

Con i Piani di Sicurezza si punta sulla prevenzione e sulla gestione dei rischi lungo tutta la filiera idropotabile grazie a mappature specifiche, sempre più mirate, e la valutazione di eventuali pericoli calibrati sulle peculiarità dei singoli territori. Nuovi e innovativi approcci che consentono di stabilire quali parametri monitorare con più frequenza o come estendere la lista di sostanze da controllare, allargandole ad esempio agli inquinanti emergenti non ancora soggetti a limiti. 

acqua

Dietro ai Piani di Sicurezza, c’è la competenza del lavoro di una squadra altamente qualificata. Il gestore è il cuore del lavoro, ma attorno ad esso operano l’Istituto Superiore di Sanità, l’Ulss, l’Arpav, il consiglio di Bacino, i Comuni e la Provincia. Un’occasione unica per mettere a fattor comune una mole di dati e di preziose informazioni per rendere sempre più controllata e di qualità l’acqua di rete».

A livello nazionale sono state eseguite oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche in 18 Regioni corrispondenti a oltre il 90% della popolazione italiana, tra il 2020 e il 2022. La percentuale media nazionale di conformità risulta compresa tra il 99,1% per i parametri sanitari microbiologici e chimici stabiliti e il 98,4% per i parametri indicatori, non direttamente correlati alla salute ma a variazioni anomale della qualità, che potrebbero, influire su sapore, odore o colore.

La Regione migliore sia per i parametri sanitari chimico-microbiologici che per i parametri indicatori è l’Emilia-Romagna seguita da Veneto e Piemonte. I tassi di conformità relativamente minori per parametri sanitari sono registrati nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, e, per i parametri indicatori, in Umbria e nella PA di Trento.

Nonostante dalle analisi risulti che l’acqua del rubinetto è sicura quasi nel 100% un terzo degli italiani non si fida e beve l’acqua minerale. Il che rappresenta una spesa che incide sul bilanci familiare.

La pubblicazione del rapporto è il primo passo verso la costruzione di una ‘anagrafe dell’acqua’, con l’obiettivo di mettere a disposizione del pubblico tutti i dati sulle caratteristiche dell’acqua potabile nella propria zona.