“Surprise à Vérone”. Questo potrebbe essere il titolo di un qualsiasi quotidiano francese dopo aver assistito all’impresa di Vilius Gaubas. Il 19enne lituano, approdato nel circuito Challenger un paio di mesi fa, piazza il colpo di giornata agli Internazionali di Tennis Verona 2024, battendo in un match thriller l’ex numero 7 transalpino Richard Gasquet. Finisce 7-6(3) 4-6 7-6(6) la battaglia di 3 ore e 26 minuti sulla Volvo Arena, con il Next Gen di Šiauliai che ha dato l’impressione di poter presto far parlare di sé.
Pronti via e il francese chiarisce le sue intenzioni. Due break nei primi due giochi di servizio di un Gaubas partito molto contratto, complice la tensione di sfidare un’istituzione come l’ex numero sette, di gran lunga l’avversario più ostico affrontato nella sua ancora breve carriera. Sotto 5-1, il lituano si scioglie e inizia a dar sfoggio del suo promettente repertorio. Con una striscia di 5 game consecutivi, brekkando due volte il 38enne transalpino senza concedere alcun set point, Gaubas ribalta l’inerzia del match. Gasquet interrompe l’emorragia e porta il parziale al tiebreak, che il 20enne conquista col punteggio di 7 punti a 3.
Il 38enne di Bèziers rischia di capitolare sotto i colpi di un Gaubas sempre più in fiducia, ma da campione vero salva prima due pericolose palle break, poi non si scompone dopo l’immediato contro break subito nel nono game, e in quello successivo piazza la zampata che vale il secondo set.
Il colpo subito non scalfisce le certezze del lituano, che apre il set decisivo con un break. Solitamente questo tipo di partite sono decise dall’esperienza. Ma stavolta la spuntano spregiudicatezza e coraggio. Si decide tutto al tiebreak, il secondo, ed è ancora il 19enne ad avere la meglio, annullando due match point e chiudendo al primo dopo il sanguinoso doppio fallo di Gasquet sul 6-6.
I 18 anni di differenza e il divario di esperienza tra i due non si sono notati. E per Gaubas questa vittoria rappresenta, di gran lunga, la più importante della carriera. “È incredibile. Vincere un match così lottato, con un giocatore con la sua esperienza, ha un valore speciale – spiega Vilius-. Il modo in cui mi ha brekkato nel secondo e nel terzo set è stato da vero campione, ma io ho pensato a rimanere concentrato in ogni punto e godermi il momento. Devo dire che ha funzionato”.
Ai quarti c’è uno specialista della terra come Hugo Dellien. “Sarà un match duro fisicamente, perché lui è un giocatore che gioca ad alta intensità. Abbiamo già giocato quest’anno (a Roma) e quindi so come affrontarlo. Sarà comunque un match molto difficile”.
Prima Rune, poi Darderi. Che sia Gaubas la prossima stella degli Internazionali di Verona? “Lo spero. Darò il mio massimo”.
Internazionali di tennis, Hugo Dellien entra nei migliori otto
Da Trinidad a Verona, direzione quarti di finale. Tra i migliori otto degli Internazionali di Tennis Verona c’è anche Hugo Dellien. Il boliviano rimpolpa ulteriormente la già nutrita squadra sudamericana ai quarti, battendo 7-6(2) 6-3 un Filip Krajinovic distante anni luce dai tempi migliori.
La lotta dura soltanto un set: Hugo, soprannominato Panter, recupera per due volte un break di svantaggio e al tiebreak si impone nettamente 7 punti a 2. L’ultimo punto è emblematico della voglia di stare in campo del tennista serbo. Primo servizio in rete, secondo sparato volontariamente fuori dalla struttura di gioco e Code violation da parte del giudice di sedia.
Nel secondo parziale basta un altro break al 31enne di Trinidad per ottenere la qualificazione al turno successivo. “Il primo set è stato molto duro – ha commentato Dellien-. Lui stava giocando molto bene, rispondendo alla grande. Io ho sfruttato le mie chance per rientrare nel set e nel tiebreak sono stato molto fortunato, perché ho preso quattro/cinque righe che hanno portato il punteggio dal mio lato. Lui ha un po’ perso la testa, ma io sono stato bravo a mantenere la concentrazione e chiudere una gran partita”.
Reduce dal titolo conquistato a Iasi, in Romania, quindici giorni fa, il sudamericano sembrerebbe aver ritrovato quel livello che l’ha portato fino alla 64esima posizione del ranking Atp. “La vittoria a Iasi per me è stata molto speciale, perché venivo da un periodo in cui non stavo giocando molto bene. Adesso sono ai quarti di finale di questo torneo. Ho giocato due partite molto dure contro Travaglia e quella di oggi. Domani mi aspetta un’altra battaglia. Penso passo dopo passo. Vediamo come andrà”.
Un giocatore che rappresenta bene il movimento boliviano: fisico minuto, carnagione olivastra, tanto da ricevere dagli amici l’appellativo di “Panter”. E il boliviano ci ha raccontato le origini di questo soprannome. “Io gioco molto ai videogiochi e il mio nickname è sempre Panter, perché la pantera è nera come la mia carnagione. Da quel momento è rimasto questo soprannome e tutti i miei amici mi chiamano così”.