(di Gian Arnaldo Caleffi) Sul Central Park il primo accordo avvenne tra l’amministrazione di Paolo Zanotto (assessore Roberto Uboldi) e la società delle FS che ne gestisce il patrimonio immobiliare. Le amministrazioni Tosi (la seconda con Caleffi assessore) confermò questo approccio perchè ragionevole e realistico in quanto idoneo a ripagare la proprietà dell’area che ne ha iscritto il valore a bilancio per 70 milioni.
Questo ragionevole e realistico piano (io Comune consento a te FS di valorizzare metà area ed in cambio tu mi dai un parco urbano realizzato sull’altra metà) viene confermato dall’amministrazione Tommasi come si evince dalle dichiarazioni della vicesindaca Bissoli. Ma come si concilia questo con la promessa elettorale del 100% di parco, enunciata per assecondare l’ala ambientalmente estremista della coalizione e per lisciare il pelo al Comitato di Verona Sud che di questa idea (assolutamente astratta) si era fatto portabandiera?
Riteniamo che sia irrealizzabile spendere 70 milioni per acquisire l’area, 10 milioni per bonificarla dai residui bellici e 50 milioni per realizzare un parco da mezzo milione di mq: il totale (come ordine di grandezza) da 130 milioni. Realisticamente: dove li troviamo?
Sui contenuti dello sviluppo edilizio: le idee socialmente interessanti ci sono, non pensiamo a residenziale/direzionale/commerciale come nella vecchia ipotesi Zanotto-Uboldi, ora ci sono possibilità molto più utili per la città.
Lo sviluppo edilizio è destinato ad ospitare le scuole superiori (con strutture sportive) e gli uffici pubblici decentrabili dal cento storico ed insediabili nella nuova area, ottenendo edifici energeticamente a consumo zero (secondo una direttiva europea) e di elevata efficienza funzionale.
La vicinanza della linea del filobus e della rete ferroviaria consentirà una rapida accessibilità alle scuole e agli uffici pubblici (di Comune, Provincia e Regione).
Il verde: oltre al 50% destinato a parco urbano ci sarà lo standard a verde profondo delle aree edificabili e la piantumazione di parcheggi ed arredo dei viali e degli spazi pedonali, quindi ad intervento finito il verde complessivo sarà superiore al 50%.
La novità è data dal prevedere una risposta al recente fenomeno dell’overtourism che in alcune città e realtà turistiche ha determinato la difficile convivenza dei flussi turistici con i residenti in centro storico. Non è ancora il caso di Verona, ma prevedendo la delocalizzazione dei grandi attrattori (scuole superiori e uffici pubblici) si libera spazio per il sistema turistico e per i residenti.
Il turismo è una risorsa economica importante e non va compresso, ma lo svuotamento del centro storico dai residenti lo impoverirebbe anche come meta turistica.
Oggi ci sono 3 funzioni in centro storico: la residenza, il sistema turistico, i grandi attrattori di traffico (scuole ed uffici pubblici):
estromettendo dal centro storico questi ultimi, residenze e sistema turistico potrebbero convivere senza conflitti perché ci sarebbe spazio per tutti; la sostenibilità economica si accompagna alla perequazione urbana e a vantaggi sociali perché anche l’intera area di Verona sud trarrebbe giovamento dall’insediamento “a cerniera” tra essa ed il centro storico di una moderna area direzionale e a campus scolastico.