Fiorenzo Fasoli, della segretaria di Rifondazione Comunista, con una lettera aperta a Michele Bertucco entra nella polemica politica cittadina: davanti allo stallo fra le posizioni di Damiano Tommasi, il suo diktat agli assessori “ribelli”, e quelle dell’assessore Bertucco, contrario al progetto della Marangona chiede la fine di questa esperienza amministrativa per costruirne una più rispettosa dei programmi presentati agli elettori e per un vero cambio nella governance “reale” ella città.

Scrive Fiorenzo Fasoli (al centro nella foto qui sotto): «Caro Michele, da settimane la città vive una querelle che ha un unico sbocco possibile. Le divergenze sono talmente evidenti e chiare che chi sostiene una possibile ricomposizione mi pare lontano dalla realtà. La rottura è inevitabile. Rimane da stabilire solo a chi spetti il primo passo. Tu chiedi che a farlo sia il sindaco, ma questa storia non può durare all’infinito. Diventa perfino avvilente.

Fiorenzo Fasoli 1

Ti suggerisco di considerare anche la cultura popolare che sostiene sia meglio andarsene che essere buttato fuori. Certo, che la soluzione venga da te o dal sindaco non è la stessa cosa compresa la diversa responsabilità dell’atto, ma il risultato finale cambia poco. Fa specie scoprire che si è arrivati alla rottura in pieno spregio del programma e del consenso ricevuto dagli elettori, ma che non ci sia più spazio per una decente ricomposizione è più chiaro del sole. La divaricazione, infatti, non si è concretizzata su un dettaglio o una questione di scarsa rilevanza, ma su l’utilizzo di un’area grande come il centro storico della città. Probabilmente la delibera più importante, sull’uso del territorio, di tutto il periodo di governo dell’attuale amministrazione.

Incredibile assistere al dibattito in consiglio comunale e scoprire che la destra vota a favore della proposta avanzata dal centrosinistra perchè si riconosce nei contenuti esposti, identici a quelli da lei sempre sostenuti.

In questo caso, quindi, è la maggioranza a piegarsi ai desiderata della minoranza che non chiamo opposizione perché tale non è, non il contrario, come a volte succede.  Altro che cambiamento, innovazione, cambio radicale di amministrazione.

A Verona che governi il centrodestra o il centrosinistra, quando si arriva alle questioni degli interessi materiali, come in questo caso, è addirittura il centrosinistra che rivendica di realizzare, finalmente, i progetti fino ad allora voluti dallo schieramento opposto. Altro che cambiamento!!!

Rifondazione comunista: chi comanda davvero a Verona? i cittadini sono stati traditi

Finalmente, come dice il sindaco, si mette il pallone a terra, indipendentemente, aggiungo io, da quale sia il bene della città o l’idea che si dovrebbe avere per il suo futuro. Qui nasce spontanea la domanda vera che nessuno fino ad ora, mi pare, abbia posto e cioè: allora chi è che comanda a Verona?

Non i cittadini perché votano un programma che viene regolarmente tradito, non la politica perché ottiene il consenso su un progetto, ma poi ne realizza un altro.

Evidentemente ci sono forze o poteri che non hanno bisogno di spendersi in noiose ed inutili campagne elettorali, ma riescono comunque a garantirsi il risultato che a loro fa comodo. Sono i veri padroni della città.

Una cosa è certa, da una situazione come questa, chi rischia maggiormente di venir fuori con le ali tagliate prima di tutto è chi non rispetta gli impegni su cui ha chiesto ed ottenuto il consenso. Per cui tu fai bene a rivendicare la tua coerenza rispetto al programma elettorale, ma mi spieghi come pensi di poter coabitare ancora per qualche anno con una giunta che non ti vuole?

La giunta, come è noto, è pure un organismo collegiale ed allora come è possibile funzioni in una logica di tutti contro uno? Sai anche tu che un dissenso così profondo e direi perfino così radicale come quello sulla Marangona, non si può certo recuperare con la foglia di fico del centralismo democratico oggi chiamato “codice di regole” che sarei sorpreso tu potessi arrivare a firmare.

Come è pensabile che davanti ad una nuova delibera del calibro o simile a quella del casus belli, tu ti possa tenere vincolato ad esprimere un voto incompatibile con la tua storia e cultura politica e sociale?

No. Non è possibile. Ed allora perchè, davanti ad una situazione chiaramente irrecuperabile come quella di cui sei diventato, tuo malgrado protagonista, anziché rimanere a rivendicare le tue legittime ragioni, che ti vanno riconosciute, non alzi lo sguardo per porti il problema di come sia possibile creare in questa città una proposta politica, un’aggregazione alternativa allo stato di cose presenti?

Tanto questa maggioranza può proseguire i suoi lavori fino al termine del mandato anche senza il tuo contributo che pure, anche questo ti va riconosciuto, è stato di grande rilievo.

Altre amministrazioni a coprire le tue deleghe avevano chiamato tre assessori diversi, tu, anche qui sei speciale perchè sei “uno e trino”, ma il mondo non finisce con questa amministrazione. A volte la sinistra viene criticata perché decide all’ultimo momento come presentarsi alle elezioni. Questa volta, prima della prossima scadenza elettorale, qualche tempo c’è. Inoltre è evidente che la tua lista non potrebbe certo essere riaccolta nella proposta centrista dell’attuale amministrazione.

Per cui è meglio guardare avanti. In questo progetto – aggiunge Fiorenzo Fasoli – c’è bisogno delle tue competenze, conoscenze ed esperienze. La situazione coinvolge anche Jessica Cugini, che credo possa condividere l’operazione. Lei potrà continuare a rappresentare le posizioni di sinistra presenti in città, anche quelle incompatibili con l’attuale amministrazione e, nel frattempo, lavorare per costruire la proposta alternativa da presentare alle prossime elezioni. Sarà necessario aprire il confronto in città con formazioni politiche, associazioni, gruppi, comitati e cittadine/i. Il lavoro da fare è tanto, ma da qualche parte bisognerà pure cominciare.

Ci possiamo provare? Ne va della possibilità di tenere aperto uno spazio di democrazia e di qualità politica altrimenti probabilmente compromesso. Pensaci».