Aumentare la tassa di soggiorno potrebbe essere la soluzione allo studio del governo per incassare soldi dal turismo. Oggi viene riscossa dai comuni e per Verona vale qualcosa come 6,5 milioni di euro all’anno. 20 milioni se si considera anche il Lago.
L’idea, che potrebbe essere concretizzata con un decreto legge allo studio del ministero del Turismo, è quella di fruttare al massimo l’ondata di turismo, interno ed estero, che sta spingendo l’economia italiana. Il criterio è quello di alleggerire le tasse sulle attività e sui generi di prima necessità ed aumentarle su quelli voluttuari.
Non sono per niente d’accordo gli albergatori, che temono un riflesso negativo sull’incoming turistico. Anche perché sospettano che l’aumento potrebbe venire dirottato per finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e non solo interventi nel settore del turismo com’è adesso.
L’imposta di soggiorno sarebbe estesa a tutti i comuni e non, come avviene oggi, solo ai capoluoghi, alle unioni di comuni ed ai comuni turistici.
Aumentare la tassa è solo un’ipotesi
L’ipotesi che circola è di una tassa fino a 5 euro per i pernottamenti inferiori a 100 euro; fino a 10 euro per una camera tra i 100 e i 400 euro; fino a 15 euro per una tra i 400 e i 750 euro, fino a un massimo di 25 euro negli hotel di lusso.
Di fronte alla levata di scudi degli albergatori il ministero del Turismo precisa che tutto è ancora in discussione: “Non si sono ancora concluse le interlocuzioni con le associazioni di categoria e gli altri attori istituzionali in vista di una possibile proposta di modifica della disciplina dell’imposta di soggiorno. Il dialogo proseguirà a settembre”.