Il Verona di Zanetti ha iniziato male. S’è fatto eliminare alla prima partita dal Cesena, una squadra di serie B neo-promossa dalla C. Coppa Italia non è il campionato, d’accordo. Ma è pur sempre il primo test di calcio in una competizione dopo le amichevoli estive. Ed è un testi negativo sotto vari aspetti. Ci sono molte attenuanti. A cominciare dal caldo insopportabile. Che c’era anche per il Cesena, che ha subito dimostrato di essere superiore segnando subito un gol con Karbo, annullato per fuorigioco.
Ma lo stesso centravanti, pericolosissimo e più veloce dei difensori gialloblu, porta in vantaggio gli ospiti al 44°. Dopo 2 minuti viene annullato un altro gol a Shpendi per un dubbio fallo su Magari, ma altri 2 minuti dopo lo stesso segna il 2-0 a vidimare il dominio del Cesena su un Hellas spento. Fino al 74° la partita continua con degli i inutili tentativi di riaprire la gara da parte del Verona che accorcia le distanze con Tengstedt, appena arrivato dalla Danimarca.
Un Verona troppo estivo
Discutibile l’impostazione data dall’allenatore soprattutto alla difesa in linea che s’è fatta sempre superare in velocità dagli attaccanti avversari. Squadra remissiva, ignorato il pressing, inconsistente il gioco sulle fasce laterali. Male Okou, che non ne ha azzeccata una, sulla fascia sinistra, e che ha fatto rimpiangere Kabal.
Stanchi, forse perché spremuti dagli impegni della loro nazionale agli Europei Duda e Suslov che ha insistito un po’ troppo nel dribbling. Harroui evanescente. Mosquera al centro dell’attacco non è parso all’altezza di sostituire Noslin. Kastanos è entrato troppo tardi per essere valutato. Bene invece all’attacco il capoverdiano Livramento e il danese Tengstedt che ha segnato il gol dell’1-2 pochi secondi dopo essere entrato verso la Fione del 2° tempo.
Giustamente Zanetti dice che non bisogna farne un dramma ma domenica 18 c’è la 1^ di campionato con il Napoli che, almeno sulla carta, è un po’ più forte del Cesena.
Promosso invece a pieni voti il pubblico del Bentegodi che ha non ha mai smesso neanche un minuto di sostenere la squadra.