(di Giorgio Massignan) Personalmente non sono favorevole alle strutture artificiali che riproducono gli eventi naturali per poter esercitare degli sport in contesti ambientali non idonei. Pertanto, anche il progetto di “Onda Surf”, cioè di una grande piscina con le onde prodotte artificialmente per praticare il surf, da realizzarsi alla Bertacchina, una zona agricola dopo la Croce Bianca, con accesso da via Gardesane, non stimola il mio entusiasmo. 

Spero siano stati valutati, oltre ai problemi ambientali, anche quelli che potrebbe provocare all’attuale sistema viabilistico, già ora in crisi, l’ingresso su via Gardesane, una strada già interessata dal flusso di automobili dirette al lago di Garda. Inoltre, come già accaduto ad altri impianti simili nella zona del Garda, se in futuro, oltre all’ “Onda Surf”, saranno realizzati altri impianti, con un conseguente e ulteriore aumento di fruitori, le attuali strutture viabilistiche non saranno certamente in grado di sopportare il carico aggiuntivo. 

Non ritengo che l’allargamento di alcune strade, la costruzione di un paio di rotatorie e un collegamento ciclo-pedonale tra l’area d’intervento e la Croce Bianca, siano sufficienti a risolvere il problema dell’aumento della viabilità.  

Purtroppo, questa amministrazione, come del resto le precedenti, ritiene corretto favorire le esigenze degli investitori privati, soprattutto se sono riferite allo sviluppo delle attività ludiche, sportive o pseudo tali, che possano attrarre pubblico e turisti. Un paradosso rispetto alle reali necessità della nostra città. 

Ma, se accogliere questa richiesta e quindi ricevere una serie di compensazioni economiche da parte degli imprenditori privati, potesse significare la realizzazione nella Spianà di un parco sportivo pubblico, alberato e con tanto verde, e il trasloco in quella zona delle strutture sportive che attualmente bloccano una corretta lettura delle mura magistrali, l’intero progetto potrebbe essere analizzato e valutato in rapporto con l’intero territorio. In questo modo si potrebbe, oltre a realizzare un grande parco pubblico con varie strutture sportive, anche valorizzare parte del nostro patrimonio storico monumentale. Del resto, non va scordato che dal 2000 Verona fa parte della Lista Unesco proprio: “…per la sua struttura urbana e per la sua architettura… per l’entità e lo stato di conservazione delle cortine murarie e delle strutture difensive realizzate attraverso i secoli…” 

Ma, ragionare solo sull’ “Onda Surf”, significherebbe non considerare organicamente le necessità del territorio e le relative risposte, rischiando di pianificare la città caso per caso, come le pezze colorate che formano l’abito di Arlecchino.