E’ risaputo che per un giovane il modo più veloce per entrare nel mondo del lavoro è di frequentare le scuole tecniche, dove s’imparano quei mestieri per i quali manca la manodopera. Uno dei motivi per i quali la Germania è il paese industriale più forte d’Europa è proprio perché ha storicamente incentivato questo tipo di formazione.
Il ragazzo che si è diplomato in una scuola tecnica ha la possibilità di essere impiegato subito all’interno del settore industriale e artigianale, di guadagnare subito e quindi di rendersi autonomo prima degli altri suoi coetanei che hanno scelto la strada dell’università.
Il deputato veronese Marco Padovani, di Fratelli d’Italia, ha però rilevato che una legge vigente proibisce che nelle scuole tecniche dove si preparano i futuri meccanici e i futuri carrozzieri vengano usati veicoli dismessi.
«E questa è un’assurdità – dice Padovani -perché è essenziale che i futuri autoriparatori imparino il loro mestiere sulle macchine agricole, sulle automobili e altri mezzi simili dismessi. Invece attualmente questo non è possibile perché per la legge sono “rifiuti speciali” e come tali non possono essere utilizzati nelle scuole».
«Secondo questa norma – continua Padovani- bisognerebbe che gli istituti tecnici comprassero dei mezzi ancora in efficienza, ma questo evidentemente rappresenterebbe una spesa che si può tranquillamente evitare modificando la legge in vigore. Solo la provincia autonoma di Trento, per esempio, nella determinazione n. 497 dell’11 ottobre 2017, ha autorizzato un’azienda di autodemolizione a fornire alle scuole tecniche e professionali auto demolite bonificate, esclusivamente per uso didattico e di esercitazione».
Perciò Padovani ha presentato come primo firmatario una proposta di legge per modificare il decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, con cui è stata data attuazione alla direttiva 2000/53/CE sui veicoli fuori uso, consentendo alle scuole di utilizzare singole unità di veicoli fuori uso a fini esclusivamente didattici.
«Così – spiega il parlamentare veronese- si cerca anche di dare una risposta alla carenza di manodopera preparata che costituisce un problema trasversale, poiché la difficoltà degli imprenditori di reperire forza lavoro specializzata.Per il settore dell’autoriparazione, in particolare, si avverte una certa urgenza, dal momento che molti operatori sono ormai prossimi alla pensione, cosa che inciderà sul ricambio generazionale e sulla sopravvivenza delle imprese del settore».