Il vaiolo delle scimmie, scientificamente definito Monkeypox, è stato dichiarato ieri nuova emergenza sanitaria internazionale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il primo caso in Europa è stato registrato in Svezia su una persona che era stata in Africa.
E il più alto livello di allarme sotto la legislazione sanitaria internazionale. In precedenza era stato dichiarato solo per l’influenza suina nel 2009, per la polio (2014), per ebola (nel 2013 e nel 2019), per Zika,(2016), per Covid (2020) e per la precedente epidemia di mpox (2022).
Per far fronte all’epidemia l’Oms ha messo a punto un piano da 15 milioni di dollari. 1,45 milioni sono stati già stanziati.
L’Europa ha annunciato di avere acquistato 175 mila dosi di vaccino anti-mpox da donare ai paesi africani.
Altre 40 mila dosi saranno donate dall’azienda produttrice Bavarian Nordic. Per quel che riguarda i vaccini, il problema, al momento, sembra più l’accesso da parte dei Paesi più interessati dall’epidemia che la disponibilità.
Vaiolo delle scimmie. Ma le scimmie non c’entrano
L’infezione da Monkeypox , che si trasmette generalmente per via sessuale, non per semplice contatto, raramente sviluppa una malattia grave. Generalmente provoca sintomi moderati: febbre, affaticamento e le tipiche lesioni cutanee dolorose che si risolvono entro poche settimane. La mortalità è bassa, ma sono le mutazioni a preoccupare. E’ prevedibile che il serbatoio animale naturale che è nell’Africa centrale possa estendersi ad altre zone.
Una curiosità. ‘Vaiolo delle scimmie’ è la traduzione dall’inglese ‘monkeypox’, ma le scimmie non c’entrano niente. Sono i roditori in realtà il serbatoio del virus. D’altra parte gli inglesi chiamano la varicella col nome di ‘chickenpox’, vaiolo dei polli. Ma anche in questo caso i polli non c’entrano.