Non è da ieri che Giorgio Massignan si batte per dare a Verona un assetto urbanistico orientato sul benessere dei suoi cittadini e delle generazioni future. Lo fa con competenza, costanza, passione e soprattutto in maniera disinteressata. Cosa abbastanza rara con l’aria che tira. Non è legato a nessun partito, anche se non ha mai nascosto la sua collocazione nell’area ecologista e nemmeno di aver votato Tommasi. E nemmeno a qualche lobby economica. Perciò, da uomo libero quale è sempre stato, quando s’è trovato in disaccordo con l’attuale amministrazione non ha esitato ad esprimere il suo dissenso. E lo fa in modo circostanziato, come dimostrano i numerosi editoriali pubblicati da L’Adige.

Manca la visione organica della città.

«Il vero problema di questa amministrazione – osserva- è lo stesso di quelle che l’hanno preceduta: il modo di pianificare il territorio. Il futuro benessere dei nostri figli dipende, anche, dal tipo di città che lasceremo loro.  Purtroppo, chi ci ha amministrato e che ora ci amministra, anziché valutare il territorio come un organismo unico che andrebbe progettato nel suo insieme,  preferisce intervenire caso per caso, affidandosi alle proposte degli investitori privati». 

E non si limita a questa considerazione d’ordine generale, ma entra subito nella concretezza partendo dall’ultima proposta uscita da palazzo Barbieri.

«Alcuni esempi?  ‘L’onda surf” alla Bertacchina è proposta da una Holding privata, che pianifica anche l’area e i manufatti dell’ex Seminario di San Massimo. Una Fondazione ha preparato un piano particolareggiato per gli immobili di sua proprietà in centro storico. Continuando in questo modo, il ruolo della Pubblica Amministrazione si ridurrà a notificare le scelte decise dai vari investitori privati. Ma così non va bene».

E’ nota la posizione di Massignan che come metodo di pianificazione  propone l’Urbanistica partecipata, che prevede che l’amministrazione comunale che deve operare le scelte sul territorio si confronti prima con i cittadini e le categorie.

Manca la visione organica della città.

«Il Pubblico – spiega- deve pianificare in base alle esigenze della collettività e il privato investire con un giusto guadagno. Tornando  alla Spianà, ricordo che il Piano Rudi prevedeva un parco urbano sportivo in mezzo al verde e molto piantumato. Con la realizzazione di un Parco sportivo, si sarebbero potute liberare le mura magistrali dalle varie strutture che ne impediscono una lettura corretta».

La visione organica difficile nel sistema liberista

E poi, osserva Massignan, manca la visione d’insieme. Una carenza, questa, connaturata al sistema politico ed economico liberista, che anziché vedere la società come un organismo ed i cittadini come le sue cellule, lo concepisce come la risultante delle volontà degli individui.

Trasposto nell’amministrazione della città e nella pianificazione urbanistica questa concezione disorganica ha effetti negativi.

«Come ho già detto altre volte- ricorda Massignan-, è sbagliato ragionare solo per parti. La città  va analizzata nella sua complessità. L’importanza della pianificazione sta proprio nel collegamento dei vari sistemi urbani e nel loro funzionamento come un organismo unico. La Spianà con il parco urbano dello sport, il parco delle mura, il parco dell’Adige, lo scalo merci della ferrovia, la Marangona, la cava Speziala, la fascia verde di collegamento dei forti extra moenia, fanno tutti parte di un unico sistema del verde e come tale dovrebbe essere considerato per inserirlo, con gli altri sistemi urbani, nel piano complessivo del territorio veronese».