L’Uranio impoverito ha causato la leucemia al tenente degli alpini Sergio Cabigiosu. Lo ha stabilito il Tribunale di Verona con una sentenza che condanna i Ministeri della Difesa e dell’Interno a riconoscerlo vittima del dovere, per essersi ammalato di leucemia mieloide cronica a causa dell’esposizione a cancerogeni e a liquidare i benefici spettanti per legge pari a 285mila euro, oltre agli assegni vitalizi mensili per un importo complessivo di 2.100 euro che percepirà a vita.

Uranio impoverito. 1ª sentenza condanna il Ministero Difesa


Cabigiosu,  che oggi ha 50 anni, abita a Verona, e in servizio al 6° Alpini aveva partecipato a diverse missioni all’estero, tra cui l’operazione “Joint Forge” a Sarajevo, in Bosnia dal 12 febbraio al 3 luglio 2001, con l’incarico di Vice Comandante di Plotone.
A 44 anni gli è stata diagnosticata una patologia asbesto-correlata che gli ha causato un danno biologico al 100%, legata all’esposizione a radiazioni dovute all’uso di proiettili all’uranio impoverito, e all’esposizione all’amianto, sia nelle caserme in Italia che a Sarajevo.
Si è quindi rivolto all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, che ha presentato ricorso davanti al Tribunale di Verona che ha emesso una sentenza storica in quanto inverte l’onere della prova per esposizione a radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti e radioattivi.

Molti i militari ammalti a causa dell’Uranio impoverito

L’ufficiale veronese non è l’unico ad aver subito danni durante la missione militare italiana durante la guerra nei nel Balcani tra il 1991 ed il 2001. Già durante le operazioni era risultato chiaro come l’uso di proiettili all’uranio impoverito, che provocavano la dispersione nell’aria di particelle radioattive, avesse provocato diverse patologie tumorali, soprattutto linfomi e leucemie, in alcuni militari che avevano partecipato alle missioni, ma le gerarchie militari avevano sempre minimizzato. Ora, finalmente, una sentenza rende ragione ai militari, vittime dell’uranio impoverito.