(di Bulldog) La Chiesa italiana era contro il divorzio, è contro la legge sull’aborto, è contro ogni iniziativa legislativa sul fine vita. E’ anche contro l’autonomia differenziata che – al pari di divorzio, aborto, fine vita – rappresenta un fattore di modernizzazione della società italiana. E’ contro, soprattutto, ad ogni innovazione che cambi questo Paese convinta che soltanto sotto le sue cottole gli Italiani stiano bene.

Ci attenderemmo altrettanta attenzione anche per le tasche degli Italiani e ci piacerebbe che la Chiesa e i suoi Vescovi che giocano a far politica pagassero allo Stato, cioè a tutti noi, quelle tasse sugli immobili non di uso prettamente religioso che bellamente non pagano da sempre e soltanto dopo questo, versando le giuste tasse come tutti noi, rivendicare il sacrosanto diritto di: pago, vedo, voto.

Perché francamente non si capisce come un Vescovo del Mezzogiorno si accorga oggi – soltanto oggi- che i giovani dal Sud debbono scappare perché la cattolicissima società meridionale, borbonica e baronale, non offre loro alcuna possibilità di costruirsi una vita libera e degna.

I vescovi della CEI – nella foto Urbanpost il suo presidente, mons. Matteo Zuppi – si accorgono soltanto ora che la sanità nel Sud fa schifo e che migliaia di malati del Sud debbono ogni giorno andare al nord per farsi curare e mai una parola, in ottant’anni di Repubblica, sul sistema di costruzione e gestione della classe dirigente locale.

Non una parola, poi, sull’enorme ingiustizia di cinque Regioni a statuto speciale e sullo scandalo dei miserabili risultati che la specialità ha portato nelle Regioni del Mezzogiorno che ne beneficiano tutt’ora: Sardegna e Sicilia. Forse era sufficiente un inchino al ducetto locale per far sentire la Chiesa meridionale protetta e garantita.

L’autonomia – secondo la CEI – minerebbe l’unità della Nazione, quella stessa unità che la Chiesa italiana ha combattuto tenacemente chiamando anche potenze straniere sul suolo patrio per soffocare nel sangue la voglia di libertà e indipendenza degli Italiani. Quanta memoria corta…

Quindi a che titolo parlano i preti? Chi rappresentano? I pochi che ancora vanno in Chiesa la domenica mattina? E come lo spiegano ai loro devoti del Nord che hanno chiesto l’autonomia non mettendo bombe o sparando sui Carabinieri ma attraverso una libera consultazione? che debbono pentirsi del peccato commesso? e quale sarebbe?

Forse è meglio se la CEI torna  al non expedit: la Chiesa si occupi di anime e non di politica. Di danni, in questo, ne ha già fatti abbastanza.