I tempi di apertura non sono certi, ma già dall’inizio del mese di ottobre è molto probabile che apra un CAS, Centro di Accoglienza Straordinaria per persone richiedenti asilo nell’hotel Antico Termine a Lugagnano di Sona, in via Stazione.
Sulla struttura, chiusa da tempo, avevano preso a circolare voci in concomitanza con l’avvio di lavori, ancora in corso in questi giorni, che l’Amministrazione ha avuto conferma essere finalizzati proprio ad adeguare la struttura all’accoglienza di un numero di richiedenti asilo non ben precisato – tra gli ottanta e i cento –, come spiega il Sindaco del Comune di Sona, Gianfranco Dalla Valentina: “Abbiamo “scoperto”, indagando autonomamente a partire dalle chiacchiere di paese, che una struttura di Lugagnano è stata individuata per ospitare un CAS che accoglierà un consistente numero di richiedenti asilo, tutti uomini adulti.
La Prefettura di Verona non ci ha mai coinvolti, mai dato informazioni ufficiali. Una gestione per noi inaccettabile, oltreché una scelta sbagliata alla quale ci opporremo in tutte le sedi. E questo, sia chiaro, non per motivi ideologici o perché siamo contrari all’accoglienza, ma perché sono troppe persone ospitate in un’unica struttura, inserita in una Comunità che ha già le sue fragilità”.
L’Amministrazione di Sona, attraverso il suo primo cittadino, lamenta la totale mancanza di comunicazione da parte della Prefettura di Verona: “Si fa un gran parlare di collaborazione tra Enti e poi, di fronte ad una questione con un grande impatto sociale e di ordine pubblico, si taglia fuori il Comune – prosegue il Sindaco –. Lo trovo sconcertante, tanto più che quando abbiamo cercato un confronto, abbiamo prima ottenuto telefonicamente risposte vaghe, poi la conferma della questione solo in una seconda telefonata, sempre fatta dall’Amministrazione comunale, quindi un appuntamento in Prefettura a distanza di dieci giorni, lunedì 9 settembre”.
Non avendo informazioni dalla Prefettura di Verona, l’Amministrazione di Sona ha svolto per conto proprio, e non senza difficoltà, delle ricerche che hanno messo in luce come non si trattasse dell’attivazione di un nuovo CAS ma dello spostamento di sede del CAS già attivato presso l’Hotel Monaco in via Torricelli a Verona, che ha ricevuto uno sfratto.
Ma le sorprese per l’Amministrazione non erano ancora finite, come racconta il Sindaco di Sona: “Esclusa la nuova attivazione, abbiamo scoperto che a gestire la struttura è la cooperativa Spazio Aperto, una realtà del territorio che ben conosciamo perché a Lugagnano gestisce già Casa Iride che ospita, dal 2017, donne e bambini richiedenti protezione internazionale. Anche da parte della cooperativa, nessuna comunicazione. E quando li abbiamo incontrati, con il vicesindaco Monia Cimichella, ci hanno risposto che avevano indicazione tassativa di non avvisarci di questa operazione”.
Il sindaco di Sona: «Ci siamo attivati con le forze dell’ordine per ulteriori controlli»
I richiedenti asilo che verranno trasferiti a Lugagnano, provengono da Paesi centro-africani, ma sono da tempo in Italia con permessi di lavoro che vengono rinnovati di tre mesi in tre mesi grazie all’occupazione in cooperative in ZAI e nel Quadrante Europa, come Dalla Valentina ha spiegato anche al consiglio comunale, maggioranza e opposizione, riunito d’urgenza per informare della situazione e per cercare la massima convergenza su una tematica così importante per la Comunità. Non solo, perché le intenzioni del primo cittadino di Sona sono quelle di aprire un tavolo di confronto sul tema con i colleghi amministratori, a partire dal Comitato dei Sindaci del Distretto 4 Ovest Veronese di cui è presidente.
Nel frattempo, l’Amministrazione si attiverà in tutte le sedi possibili per opporsi all’attivazione del CAS “Al momento, ci risulta non esserci un provvedimento firmato dalla Prefettura, ma quando ci sarà daremo incarico ad un legale per verificare se ci siano gli estremi perché possa essere impugnato, procedendo anche ad una verifica urbanistica dello stabile per verificare il rispetto delle normative edilizie e delle convenzioni che avevano permesso l’edificazione dello stabile. Se comunque la Prefettura deciderà di procedere con questa forma, vigileremo. Ci siamo già attivati con le forze dell’ordine che ci hanno rassicurato sulla loro costante presenza e attenzione in merito ad ogni eventuale problema di ordine pubblico. Inoltre, trattandosi di un trasferimento, quando la convenzione a dicembre scadrà, si dovrà fare un nuovo bando di gara: auspico che allora le cose vadano diversamente e che vi sia la possibilità di un confronto, vero, tra tutte le parti coinvolte sulla collocazione del CAS”.