( di Paolo Danieli) Santa Barbara protegge pompieri, marinai e artiglieri. S.Giuseppe da Copertino gli studenti. S. Michele i poliziotti. S.Giuseppe i falegnami. E così via. A rigor di logica San tanché e San giuliano, vista anche la posizione che ricoprono come ministri, rispettivamente del Turismo e della Cultura, dovrebbero essere i protettori del Governo.
E invece, porca miseria, per il governo Meloni funzionano esattamente al contrario. Invece di proteggerlo lo danneggiano. Almeno nell’immagine. Ma in politica, si sa, l’immagine è tutto. E’ sull’immagine che poi si crea il consenso. Ed è dal consenso che poi vengono fuori i voti.
Santi che non proteggono
Piaccia o no, la Meloni il consenso ce l’ha. Ha il 58% secondo il sondaggio di qualche giorno fa. Ma anche secondo gli ultimi dati elettorali il suo governo viaggia, almeno per ora, in acque tranquille e gode del consenso della maggioranza degli italiani.
Merito di qualche santo protettore? No di certo. Merito soprattutto di Giorgia, della sua voglia di lavorare, della sua incessante attività e, elemento non trascurabile, della sua onestà e trasparenza che sono al di là di ogni dubbio.
Se la Meloni dovesse confidare nella protezione della San tanché e del San giuliano starebbe fresca. Il suo governo sarebbe già caduto.
Non che i due siano stati colti con le dita nella marmellata com’era accaduto in passato ad altri ministri. Solo che il loro comportamento ha dato adito a chiacchiericci e sospetti che non giovano all’intera maggioranza e vanno a offuscare l’immagine limpida del presidente del Consiglio.
E la richiesta di rinvio a giudizio del ministro del Turismo per una vicenda di soldi e di aziende e la vicenda, a cavallo tra politica e cronaca rosa, della intraprendente e avvenente amica del ministro della Cultura, indubbiamente indeboliscono il governo.
A questo punto ci sono 2 scuole di pensiero. Ci sono quelli che in nome del garantismo sostengono che un cittadino non è colpevole fino alla condanna definitiva di 3° grado e ci sono i giustizialisti che vorrebbero far dimettere chiunque venga messo sotto la lente dei magistrati.
Ma sbagliano entrambi.
Nel caso dei due santi non c’entra né la legge né la religione. E’ una questione puramente politica. E la politica ha altri parametri di giudizio, che sono l’affidabilità, la capacità, l’opportunità, la credibilità, la trasparenza, la serietà.
Quando in tutto o in parte essi vengono meno, il politico in questione deve andare a casa. Non ci sono ‘santi’ che tengono.