(rfg) È noto che gli indici azionari globali tendono ad avere un tendenza anche irrazionale perennemente rialzista nel lungo termine, poiché hanno la capacità di raggiungere nuovi massimi storici nel tempo. Questo significa che, con un campione sufficientemente ampio, i test proiettati in avanti su periodi superiori a poche settimane tendono a generare risultati positivi, mascherando i cali.

Tuttavia, un modello simile emerge anche analizzando i modelli di stagionalità mensile, dove la maggior parte dei mesi dell’anno ha fornito rendimenti positivi per gli indici globali. Un’eccezione a questo pattern positivo è chiaramente settembre, che si distingue come l’unico mese in cui i tre principali indici di Wall Street, insieme a indici come ASX 200, DAX, Hang Seng e CSI 300, registrano in media rendimenti negativi.

Effetto settembre. Analisi storica S&P 500

Settembre è storicamente debole per l‘S&P 500, che presenta un rendimento medio negativo di -1,1% e un tasso di successo del 44,2%, chiudendo al ribasso il 55,8% delle volte. Negli ultimi dieci anni, l’indice ha chiuso in calo in sette settembri, inclusi gli ultimi quattro anni consecutivi.

Nonostante ciò, l’S&P 500 rimane in un trend rialzista, con i prezzi vicini ai massimi storici. Tuttavia, diversi segnali tecnici suggeriscono un potenziale rallentamento a breve termine. Un martello allungato si è formato ad agosto, così come un altro sul grafico settimanale, accompagnato da una leggera divergenza ribassista negli RSI mensili e settimanali, segnalando esitazione a rompere immediatamente al rialzo.

Con l’inizio della settimana segnato da un giorno festivo negli Stati Uniti, l’attenzione si sposterà sui dati economici che potrebbero alimentare la volatilità, influenzando il movimento dell’indice.

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Effetto Settembre. L’Importanza dei Dati Economici USA

Perché gli indici di Wall Street continuino a segnare nuovi massimi, è fondamentale che i dati economici confermino le aspettative di un “soft landing” economico e di futuri tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Ciò implica che l’inflazione non deve accelerare e il mercato del lavoro deve lentamente indebolirsi.

La peggiore situazione per gli investitori rialzisti si verificherebbe se l’inflazione dovesse aumentare mentre l’occupazione si indebolisce, portando a tassi d’interesse più alti in un’economia in rallentamento. Per questo motivo, trader e investitori monitoreranno attentamente i rapporti sull’occupazione, come i posti di lavoro vacanti, le buste paga ADP, le buste paga non agricole (NFP) e gli indici PMI dei settori manifatturiero e dei servizi.

Spiegazioni dietro l'”Effetto Settembre”

Le teorie che spiegano il cosiddetto “Effetto Settembre” sono diverse:

– Maggiore Volatilità al Ritorno dalle Vacanze: Durante l’estate, l’attività di trading è ridotta, poiché molti operatori di mercato sono in vacanza. Il ritorno in massa a settembre genera un aumento del volume di scambi e della volatilità. Secondo Citigroup, dal 1928 la volatilità realizzata media dell’S&P 500 in settembre è superiore di 1,5 punti rispetto ad agosto.

– Pressione di Vendita Istituzionale: Gli effetti fiscali e i report di fine trimestre spingono le istituzioni a vendere titoli perdenti per migliorare i bilanci. Inoltre, la raccolta delle perdite fiscali per i fondi comuni inizia già a settembre, aumentando la propensione alla vendita.

– Vendite per Spese Scolastiche: Alcuni suggeriscono che gli investitori individuali vendano azioni a settembre per finanziare le spese scolastiche, vacanze o pagare debiti accumulati durante l’estate.

– Eventi Storici Negativi: Eventi storici come il Black Friday del 1869, l’11 settembre 2001 e la crisi dei mutui subprime del 2008 hanno contribuito a creare avversione al rischio in questo periodo.

Cosa rende diverso questo Settembre?

Il settembre attuale si differenzia dagli anni passati per due fattori chiave: è un anno elettorale e si prevede il primo taglio dei tassi dell’anno.

– Taglio dei Tassi: Il mercato si aspetta un taglio dei tassi durante il meeting della Fed del 18 settembre, con una probabilità del 100% di una riduzione e del 71% per un taglio di 25 punti base.

– Anno Elettorale: Storicamente, il settembre degli anni elettorali è meno negativo rispetto agli anni normali, con una media di calo dello 0,58% contro l’1,37% degli altri anni.