Un popolo di eroi, santi, navigatori e …ligi contribuenti: il Radar SWG di questa settimana mette in evidenza una tendenza non di poco conto: in dieci anni si è notevolmente ridotto il numero dei cittadini italiani che vede nell’evasione fiscale la più semplice forma di dissenso politico (non ti credo, quindi non ti pago) e di legittima risposta ad uno Stato spendaccione che non esita a mettere le mani nelle tasche dei suoi cittadini.
In dieci anni, infatti, si è passati dal 42 al 29% con una contrazione che si registra in tutti i settori della società tradizionalmente più “restii” ai loro doveri: lavoratori autonomi e abitanti del Sud e delle Isole. Questo dato – positivo realmente data la crescita delle entrate tributarie registrata negli ultimi mesi – si somma a quello relativo al sistema pensionistico.
Com’è noto, le pensioni, il sistema per accedervi, il welfare che garantiscono è lo sconfinato campo di battaglia della politica italiana: un campo di battaglia dove chi perde non paga pegno dato che ad ogni manovra correttiva che mira a ridurre il costo per lo Stato del sistema si contrappongono leggi, leggine e decreti che ne minano l’efficacia. Il risultato?
Un debito pubblico che corre verso i 3mila miliardi col l passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo che sta svuotando i portafogli delle prossime generazioni. Cosa dice il sondaggio SWG? che ben il 42% dei pensionati in pectore vorrebbe poter proseguire nell’attività professionale, magari come tutor o consulente, rispetto al 58% che vuole appendere il gessato da travet al chiodo.
Ma resta il nodo su come sostenere ancora quegli italiani che andati in pensione con regole e redditi datati oggi si trovano in sofferenza: e qui si vede che la febbre da cornucopia pubblica non cala nel nostro Paese. Cresce infatti l’area di chi vorrebbe destinare ancora più soldi ai pensionati togliendoli da altre spese e non a caso questa fascia di Paese è quella che più “cercano” i politici: in maggioranza in età da pensione e in buona parte nazional-sovranisti, quasi un elettore su due di Fratelli d’Italia. A non voler spendere più i soldi per la silver economy sono i neolaureati delle ultime generazioni che chiedono un nuovo sistema più equo dove si incassa ciò che si è versato e si destinano più risorse agli investimenti.
Un’Italia dove la solidarietà generazione inizia insomma a mostrare le prime falle. Del resto, il sistema era pensato con una popolazione sempre crescente. Oggi, invece, mancano i rimpiazzi e i baby boomers fanno i conti con la realtà.
Quanto al gradimento di Giorgia Meloni, la premier continua a macinare risultati: FDI si conferma sopra il 30% dei consensi potenziali, incassando un altro decimo di punto, sottratto ai due litigiosi partner – Forza Italia e Lega – della coalizione al governo che si confermano entrambi sopra l’8% ma cedono decimi di punto preziosi. Cresce anche Elly Schlein, mentre il braccio di ferro Giuseppe Conte-Beppe Grillo non ha contraccolpi in termini di voti potenziali. Sarà interessante vedere però se il M5S reggerà alla prova del campo largo, come evidenzia la grafica qui sopra, e se la galassia centrista saprà reggere alla campagna acquisti fatta dal Centrodestra. Al momento pare di no, ma Carlo Calenda non potrà restate a presidiare il fortino da solo…