(di Antonio Vecchione) Uno degli elementi principali dell’unione è la BCE, la banca centrale europea. Questa banca è proprietà delle Banche Centrali nazionali che, a loro volta, sono proprietà di banche private che ormai non sono neanche più nazionali. Si tratta infatti di gruppi bancari internazionali.
Quindi la BCE è un’istituzione privata alla quale è stato dato il diritto e l’autorità di gestire le politiche economiche dei paesi. In pratica, nessuna politica economica è possibile senza l’avallo delle banche private. Ora, come può l’interesse di enti privati coincidere con quello dei popoli? Non può, e questo è l’elemento principale che bisognerebbe sempre tenere a mente quando si parla di UE.
In secondo luogo, la convergenza di diverse entità nazionali verso una vera unione dovrebbe passare dall’armonizzazione delle politiche sociali, in quanto si tratta di persone, prima che di stati. Invece l’unione attuale è basata esclusivamente su questione economiche, che dovrebbe essere l’ultimo capitolo di ogni ragionevole movimento europeista.
L’interesse delle banche e quello dei popoli
In definitiva, l’UE è servita a trasferire il controllo degli stati dalla politica locale ad istituzione private, come appunto la BCE.
Fatta questa premessa, nonostante l’idea di una casa comune per tutti i popoli europei sia una bellissima utopia, tale rimane in quanto non si sta lavorando per l’unione dei popoli ma solo per l’accentramento e il controllo delle economie dei vari stati nelle mani di enti privati.
Detto questo, non posso che considerarmi sovranista, perché a queste condizioni è l’unico modo per cercare di salvare i diritti del popolo e toglierli alle banche private. Chiaramente non mi illudo di poter fare alcunché, ma almeno lasciatemi cullare un sogno di un’Europa unita a beneficio del popolo e non delle banche. Ma il mio vero sogno sarebbe un’Europa antropocentrica e non economo-centrica come quella attuale.