Il Movimento Nonviolento ha scritto una lettera a tutti senatori che stanno discutendo il Decreto Sicurezza. Non fatelo passare!
Sappiamo tutti quanto il problema della sicurezza tocchi tutti i cittadini. Anche a Verona, dove nell’ultimo anno sono aumentate le denunce per furti, rapine e aggressioni e anche le autorità ammettono un peggioramento.
Tuttavia gli epigoni del mahatma Gandhi non ritengono che l’inasprimento delle pene sia la strada giusta. Il Movimento Nonviolento dal 1962 è diventato famoso per aver ispirato ed organizzato l’obiezione di coscienza al servizio militare quando questo era obbligatorio.
I suoi militanti, che rifiutando di toccare le armi venivano accusati e condannati per renitenza alla leva, in nome dei loro ideali hanno affrontato processi e carcere per affermare il diritto all’obiezione. Il Carcere Militare di Peschiera ne ha “ospitati” a centinaia. L’obiezione dei coscienza, dopo anni di lotte, è stata infine riconosciuta dalla Legge che ha istituito il servizio civile alternativo quello militare.
Il loro impegno pacifista però non s’è esaurito solo nella disobbedienza civile al servizio di leva, ma continuato contro tutto ciò che è guerra, armi e violenza con manifestazioni per la pace e antimilitariste. Sono storiche le mobilitazioni pacifiste contro l’installazione dei missili alla base militare di Comiso, che poi sono stati ritirati; quelle che hanno bloccato l’entrata nella basi militari americane dov’erano depositate armi nucleari; i blocchi stradali e ferroviari per protestare contro l’installazione delle centrali atomiche e l’impegno referendario contro l’energia nucleare.
Tutte queste battaglie, anche se non sempre condivisibili, sono sostenute dal grande ideale della pace universale, della fratellanza e del rifiuto della violenza.
Il Movimento nonviolento contro il Decreto Sicurezza
Adesso però pare che ci sia una svolta, visto che l’obiettivo è di bloccare il Decreto Sicurezza, calendarizzato in Senato. Secondo i nonviolenti «ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l’ha concepito è mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare».
«Sappiate – scrive il Movimento Nonviolento nella lettera inviata ai senatori- che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l’azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l’obiezione di coscienza, sono immensamente più forti e puri di qualsiasi Decreto».
Ma che cosa c’entra il Decreto Sicurezza con guerre, armi e militari? Tra i suoi punti qualificanti c’è la pena da 2 a 8 anni a chi partecipa ad una “rivolta all’interno di un istituto penitenziario” 2-8 anni e il “rafforzamento della sicurezza delle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti”. C’è la reclusione da 1 a 6 anni a chi usa “violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti, posti in essere da tre o più persone riunite, promuove, organizza o dirige una rivolta”. C’è la reclusione da 6 mesi a 2 anni per chi “impedisce la libera circolazione sulle strade ferrate ed ordinarie” e il divieto di “ vendita, lavorazione e distribuzione delle infiorescenze di canapa”, ovvero la chiusura dei negozi di cannabis.
Sono tutti procedimenti che, direttamente o indirettamente, puntano a punire chi la violenza la esercita in vari modi. Ed anche a prevenirla mediante la deterrenza delle pene. Anche perché un conto è la violenza e un altro la forza. Ed è anche con la forza che lo Stato deve proteggere la comunità nazionale dalla violenza di chi, e sono sempre troppi, la pratica quotidianamente. Basta guardarsi intorno.