(di Simone Alessandro Cassago) Da New York la premier Giorgia Meloni fa sapere che il dossier Unicredit-Commerzbank non è nelle mani del governo, ma che se ci sarà bisogno potrebbe far sentire la sua voce “anche se è, per ora, una vicenda privata fra aziende private”. Il presidente del PPE, Manfred Weber (tedesco della Baviera) spiega oggi che banche europee più grandi sono un obiettivo della BCE e della Commissione Von der Leyen 2.
Sergio Mattarella dal canto suo incontra oggi a Berlino il parigrado tedesco, Frank-Walter Steinmeier, e soprattutto il cancelliere socialista Olaf Scholz (che ha appena incassato i volti degli statalisti dell’ex DDR nel voto regionale del Brandeburgo) che teme di perdere il controllo politico sulle banche nel momento di massima crisi dell’economia deutsch.
Insomma, il dossier unicredit-Commerzbank è sempre più politica e, forse, sempre meno economia.
Eppure, è da inizio 2024 che il nome di UniCredit (l’1,12% del capitale è nelle mani di Fondazione CariVerona pari a 20 milioni di azioni per un controvalore che supera 1,3 miliardi €) circola costantemente tra i rumors finanziari, vista la solidità patrimoniale e finanziaria raggiunta dall’istituto di Piazza Gae Aulenti – esercizio 2023 con un’utile record di 8,6 miliardi di Euro – e con il suo CEO, il manager romano Andrea Orcel, qui sotto nella foto Trend on-line, dichiarò all’atto della presentazione dei risultati alla comunità finanziaria la scorsa primavera, di avere un surplus di 10 miliardi di Euro, da dedicare ad operazione di fusioni/acquisizioni; si paventò inizialmente a marzo una fusione con Generali, la quale avrebbe dato vita ad un vero mostro della banca assicurazione; a maggio la notizia è tornata a circolare, per poi scemare durante l’estate.
Si parlava anche di una fusione con MPS e con BANCO BPM, per dare vita ad un forte polo finanziario italiano, ma le mire di Orcel erano altre, e l’ipotesi è scemata anch’essa nel corso dell’estate; poi arriva la mattina dell’11 settembre la notizia di un blitz di Orcel, con UniCredit che dichiara ufficialmente di aver acquistato il 9% di azioni della terza banca tedesca, Commerzbank, con un esborso di 1,5 miliardi circa.
La mossa ha generato scompiglio oltre confine, tanto da costringere Commerzbank a convocare un CDA straordinario lo stesso giorno; durante le fasi concitate di quel CDA, il presidente del consiglio di sorveglianza (ovvero quell’organo il quale, composto da sindacalisti dell’azienda stessa, ha il compito di vigilare sull’operato del consiglio di gestione – equivalente al CDA – e sugli amministratori della società) Stefan Wittmant ha dichiarato di opporsi in modo drastico ad una possibile acquisizione, affermando che si sarebbe battuto con tutte le proprie forze per bloccare questo tipo di operazione.
Wittmant ha ricordato quando nel 2005 l’UniCredit di Profumo acquistò la banca HVB, con conseguenti troppi tagli di personale e lo spostamento di tutto il potere decisionale su Milano.
Anche il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, ha manifestato perplessità sull’operazione, manifestandosi ostile ad una acquisizione che potesse culminare in una OPA, considerando anche quanto la grande coalizione governativa guidata dal leader Socialdemocratico Olaf Scholz sia traballante, e a quanto oltralpe vedano le mosse di Orcel come una vera e propria operazione di conquista.
Unicredit, il via libera della Fondazione CariVerona
Intanto, Fondazione Cariverona ha annunciato di valutare in modo “nettamente positivo” la decisione di UniCredit di acquistare una partecipazione in Commerzbank. Lo dice il presidente dell’ente, in una dichiarazione resa in mattinata. «Fin dalla nascita di UniCredit, Cariverona ha sempre sostenuto il management in ogni iniziativa di crescita strategica in Italia ed Europa, finalizzate a creare valore per il gruppo, i suoi azionisti, la competitività dell’economia Ue» ha sottolineato Bruno Giordano.
Unicredit, cosa rappresenta Commerzbank
A questo punto è necessario aprire e chiudere una breve parentesi; Commerzbank è uno storico istituto tedesco con sede a Francoforte che, durante la grande crisi finanziaria del 2008/2009 è stato salvato con l’ingresso del Governo Federale tato in qualità di maggior azionista, in quanto le sofferenze nette della banca, minavano gravemente il patrimonio dell’istituto (come MPS qui da noi nel Belpaese); si era arrivati addirittura, nel 2019 a paventare una fusione con il colosso Deutsche Bank (anch’esso in parte aiutato con soldi pubblici tra il 2012 e il 2013, a causa di rischiosissime e poco trasparenti operazioni in derivati che hanno causato ingenti perdite per la banca).
Il progetto risultò, poi, impossibile perché per dare vita a tale colosso serviva una aumento di capitale totale per i due istituti di 11 miliardi di euro e l’operazione sfumò, in quanto non si aveva la garanzia certa che sarebbe stato sottoscritto in toto.
UniCredit aveva già approcciato Commerzbank ai tempi di Jean Pierre Mustier, il quale aveva anche preso una ipotesi di fusione dell’istituto Milanese con Societè Generale (entrambi progetti sono poi sfumati), ed anche nella primavera del 2022 con in sella Orcel , mentre Berlino tentava di dare in sposa la sua banca prima a ING e poi a BNP Paribas, ma anche in questo caso tutto venne archiviato in attesi di tempi più maturi.
Da tener presente anche il fatto che le azioni di Unicredit sono cresciute di prezzo più rapidamente di quelle di Commerzbank (vedi il grafico qui sotto che riporta l’andamento del titolo Commerzbank in un lasso temporale di 5 anni):
Orcel ha espresso fin dal principio il proprio supporto sia al consiglio di gestione, che al consiglio di sorveglianza, ribadendo che il suo obiettivo è quello di creare un forte gruppo bancario e finanziario sempre più Paneuropeo, ribadendo che le operazione cross boarded (ovvero “oltre frontiera”), sono l’unico sistema valido per incominciare ad avere realtà di settore all’interno della UE in grado di competere coi grandi colossi americani; già l’anno scorso Orcel ha rilevato la partecipazione dello stato Greco in Alpha Bank, e la sua unità rumena, mentre a luglio ha acquisito la polacca Vodeno e la banca digitale belga Aion Bank.
Arriviamo quindi allo scorso lunedì 23 settembre, giorno in cui da Piazza Gae Aulenti è giunta la notizia che la banca guidata da Andrea Orcel è salita fino al 21% del capitale della banca teutonica, dimostrando di non avere alcuna intenzione di fermarsi rimanendo con le mani in mano aspettando che i tedeschi diano il loro benestare all’operazione in corso su Commerzbank; UniCredit ha reso noto, inoltre di avere presentato una istanza alla BCE per poter salire fino al 29,9% del capitale sociale.
L’operazione di salita al 21%, ha comunicato sempre Piazza Gae Aulenti, è avvenuta tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari all’11,5% del capitale sociale della banca di Francoforte. Manca ancora l’autorizzazione perché il regolamento avvenga in azioni.
Unicredit, Orcel trova sponde nella BCE
UniCredit lo sa e scrive che il regolamento per azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni; va da sé che la posizione complessiva di UniCredit, unita alla precedente partecipazione del 9% ha raggiunto il 21%; la banca va avanti, precisando che la maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con il consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza e tutti i portatori di interesse.
Orcel ha voluto subito ribadire che non è in corso un manovra di tipo aggressivo, come un’OPA ostile, ma solo il desiderio di cerare una grande realtà portatrice di valore aggiunto al sistema bancario e finanziario europeo.
In sostanza la visione molto lucida di Orcel, è in linea con quanto evidenziato nel recente rapporto della Commissione Europea, condividendo la convinzione che una forte Unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e, di ciascun paese che ne fa parte; inoltre, la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali per l’economia del paese, tanto quanto per L’Europa nel suo complesso.
Per il momento le posizioni di Unione Europea e BCE vedono di buon’occhio l’operazione di Unicredit orchestrata dal suo CEO Orcel; Christine Lagarde già in passato aveva auspicato che le banche europee unissero le loro forze in Europa, mettendo in evidenza i vantaggi che ne deriverebbero andando in tale direzione.
Purtroppo va rimarcato che tali operazioni non si sono ancora mai finalizzate completamente, a causa del mancato completamento dell’Unione Bancaria (un grosso ritardo che il sistema sta pagando da vari anni ormai).
Sarà comunque, a rigor di logica, proprio la BCE ad avere l’ultima parola nel dossier UniCredit/Commerzbank, rilasciando o meno l’autorizzazione sia alla salita del 21% di UniCredit nella compagine azionaria della banca tedesca, che nel dare o meno l’ok alla richiesta ancora più ambiziosa presentata da Orcel, ovvero quella di rilevare fino al 30% circa del gruppo bancario teutonico.