Verona si conferma leader in Italia nella diffusione del primo soccorso nelle scuole, con un approccio metodologico innovativo e capillare che mira a preparare le giovani generazioni a rispondere prontamente alle emergenze sanitarie. Dopo quattro anni di lavoro, la città si conferma un esempio pionieristico nell’educazione al primo soccorso
Grazie alla Fondazione Rana il numero di studenti crescerà a quota 4.000. Questo permetterà a un numero sempre maggiore di giovani di partecipare ai progetti didattici “Diamoci una scossa”, “Tieni il tempo” e “Un battito d’ali”, volti a diffondere nelle scuole l’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e a certificare gli studenti nell’uso del defibrillatore.
Saranno coinvolte 160 classi delle scuole primarie e secondarie, oltre a 31 istituti superiori, e verranno acquistati i manichini e altro materiale didattico necessario per le esercitazioni pratiche. Questo ampliamento consolida il primato di Verona nella preparazione degli studenti alle emergenze, promuovendo una cultura diffusa del primo soccorso.
I percorsi didattici sono realizzati dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata e dall’Università di Verona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico e il Comune di Verona
Ogni anno 60.000 persone in Italia sono vittime di arresto cardiaco fuori dalle strutture sanitarie. Siamo però in ritardo rispetto ad altri Paesi riguardo l’efficacia della rianimazione cardiopolmonare praticata sul posto, con una percentuale del 55%, inferiore al 58% della media europea. La rapidità dell’intervento è fondamentale: agire entro i primi dieci minuti può fare la differenza tra la vita e la morte. In Nord Europa, l’83% dei cittadini è in grado di praticare la rianimazione cardiopolmonare, grazie a programmi di sensibilizzazione che hanno un ruolo chiave.
Per migliorare la situazione in Italia, è essenziale investire nella formazione. In quest’ottica, la Fondazione Famiglia Rana rinnova il proprio impegno a fianco dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, sostenendo per il secondo anno il programma educativo che forma i giovani nelle scuole sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare
Saranno coinvolte 160 classi delle scuole primarie e secondarie, oltre a 31 istituti superiori, e verranno acquistati i manichini e altro materiale didattico necessario per le esercitazioni pratiche. Questo ampliamento consolida il primato di Verona nella preparazione degli studenti alle emergenze, promuovendo una cultura diffusa del primo soccorso.
“Ma che gioia sapere che, con il nostro contributo, Verona è diventata la capitale d’Italia nella diffusione del primo soccorso nelle scuole: alla fine dell’anno scolastico festeggeremo il coinvolgimento di un numero quadruplo di studenti rispetto all’anno scorso!” Ha dichiarato Gian Luca Rana“Investire nella formazione dei giovani per me è essenziale, solo così si stimola la crescita personale e professionale, in ogni ambito. Questa volontà è ancora più rilevante quando si parla di progetti che, fin dall’età scolastica, coltivino e diffondano la cultura della responsabilità sociale, civica, etica, come in questo caso attraverso l’apprendimento delle tecniche di primo soccorso. Per questo motivo sono felicissimo di rinnovare la nostra collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l’Università.
Callisto Bravi, Direttore Generale Aoui Verona: “La partnership pubblico-privato, modalità in cui credo molto, ha dato grandi risultati. Aoui Verona e Fondazione Famiglia Rana si sono dimostrati un connubio professionale di spicco”.
Grazie all’importante collaborazione tra pubblico e privato, è stato possibile sviluppare percorsi didattici virtuosi, introducendo innovazioni anche nella metodologia didattica, che prevede una fase di ri-test degli alunni a distanza di quattro mesi, per verificare la memorizzazione delle conoscenze apprese. Questo è un fattore fondamentale per consolidare le nozioni e adattare l’insegnamento alle esigenze degli studenti. Grazie a una meticolosa raccolta di dati effettuata durante queste iniziative, è stato possibile comprendere come gli studenti reagiscano di fronte a un arresto cardiaco e cosa riescano a ricordare nel tempo. L’analisi dei dati raccolti negli scorsi anni ha permesso ad un gruppo di lavoro, che porta avanti queste iniziative con entusiasmo e costanza, di pubblicare articoli su riviste scientifiche e presentare i risultati in congressi nazionali e internazionali, dimostrando che il lavoro di squadra e la passione portano a risultati riconosciuti.