(di Giorgio Massignan) La mobilità urbana risulta essere uno dei problemi più importanti e con le maggiori difficoltà di soluzione.  Spesso si ritiene che esista una panacea in grado di risolvere i mali del traffico, ma non è così. Il sistema della mobilità va progettato organicamente con le scelte urbanistiche sull’uso del territorio, partendo proprio da un piano dei trasporti, che privilegi quelli pubblici e quelli dolci (ciclabili e pedonali). 

Ripensare razionalmente la mobilità di Verona

Andrebbero analizzati i diversi attrattori di traffico e le ore di maggior intensità dei flussi nelle varie arterie e nelle diverse ore del giorno, per programmare e differenziare gli orari di attività. Da tenere presente che a Verona, ogni giorno, circolano in città oltre 150 mila auto, la metà nelle ore di punta.  

Sarebbe opportuno collegare il sistema della mobilità con quello del verde, realizzando un anello di circa 30 chilometri che collegasse, con percorsi ciclabili e pedonali, le fortificazioni cosiddette extra moenia, dal Chievo al Pestrino, tutte in aree verdi; da questo anello potrebbero partire dei tracciati per raggiungere le aree a parco e piantumate, come il proposto Scalo Merci della Ferrovia, la Spianà, il parco dell’Adige nord e sud e i futuri parchi delle mura e della collina.  

Mobilità urbana. Realtà e utopia

La possibilità di ricucire strutturalmente il territorio comunale, grazie ad un organico sistema della mobilità dolce e del verde, diventerebbe un elemento fondamentale della pianificazione urbanistica della nostra città.  Entrando poi nel particolare e nei sogni, se le proprietà geotecniche del suolo lo consentissero, si potrebbe ipotizzare la costruzione di un sottopasso per il transito delle automobili sotto l’area prospicente il Teatro Romano, realizzando in superficie un’ampia zona pedonale compresa tra la Giarina e parte di lungadige San Giorgio che, attraversando il ponte Pietra, si collegasse con la ZTL del Centro Storico, valorizzando un ambito urbano di antiche origini e creando un contesto che favorirebbe la socializzazione. 

Mobilità urbana. Realtà e utopia

Ma, per poterla attuare, sarebbe necessario ridurre il traffico di attraversamento e, un’ipotesi, potrebbe essere la realizzazione di un traforo breve tra via Fincato e via Mameli che, in un primo tempo servirebbe alle auto private, sollevando così le vie Santa Chiara, Rigaste Redentore e Lungadige San Giorgio, oltre che le Torricelle, ora percorse come una sorta di circonvallazione. In un secondo momento, una volta terminati i lavori per un organico sistema della mobilità pubblica, potrebbe ospitare solo una linea del filobus. Solo utopia?