Il ministro della Salute Orazio Schillaci spera che la manovra finanziaria di quest’anno vengano aumentate le risorse destinate alla sanità di 3 miliardi. Non sa impreciso quanto. Ma è sicuro che un’aumento rispetto ai 136 miliardi della legge di Bilancio dell’anno scorso ci sarà. Anche perché sia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che Giorgia Meloni sanno quanto è importante la sanità. E gli aumenti saranno destinati soprattutto agli operatori sanitari. Una scelta obbligata, dato che non sono retribuiti adeguatamente e che scappano dal Ssn, aggravando la crisi da mancanza di personale che è una delle prime cause della lunghezza delle liste d’attesa.
Le buone intenzioni del ministro
Schillaci, confrontando il nostro sistema con quello britannico, anch’esso pubblico, ha ricordato che in Inghilterra per la salute dei cittadini si spende il 10% del Pil per sanità. Molto più del nostro 6,2%.
“Tony Blair – ricordato- è diventato famoso proprio con legge sulle liste d’attesa 30 anni fa. Possiamo farcela anche noi grazie al fatto che l’Italia ha oggi una legge che finalmente, in maniera organica e precisa, indica cosa fare per abbatterle”.
Siamo ancora una volta nel campo degli annunci e delle buone intenzioni. Con la mancanza di medici, infermieri e di soldi le riforme difficilmente si possono fare. La crisi del sistema sanitario italiano è profonda e se si vuole mantenerlo pubblico e universalista – l’Adige lo ha scritto e riscritto- il governo deve fare una potente iniezione di denaro al Ssn. La manovra finanziaria è l’occasione. E i 3 miliardi che annuncia Schillaci sono ben poca cosa. Non è chiaro se il ministro se ne rende conto e per fare gioco do squadra glissa, oppure se pensa di poter fare le nozze con i fichi secchi.