Un vero boom di richieste, così la scadenza per la presentazione delle offerte è stata prorogata al prossimo 29 febbraio. Per la Fimer – nome storico delle rinnovabili italiane – si va velocemente verso un nuovo futuro. I tre commissari straordinari – l’avvocato veronese Maurizio Ascione Ciccarelli (già presidente di Agec) assieme ad Eugenio D’Amico e Gerardo Losito – sono riusciti a tempo di record a sciogliere la matassa che aveva ingabbiato la società lombarda leader degli inverter a stringa, componente oggi strategica per lo sviluppo delle comunità energetiche, del fotovoltaico “domestico” e nell’automotive (tanto nelle vetture che nelle colonnine di ricarica).

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Nominati il 7 novembre 2022, i tre commissari hanno dovuto districarsi fra le richieste dei fornitori rimasti impagati, la domanda sempre robusta dal mercato, la gestione amministrativa di ben 24 consociate estere e la necessità di trattenere in azienda gli skill professionali più interessanti per garantire il mantenimento del  know how raggiunto negli anni scorsi. Spiega Maurizio Ascione Ciccarelli: «Grazie ad accordi col sistema finanziario si è potuta garantire la continuità produttiva in tutto il mondo raggiungendo così un fatturato a fine 2023 di circa 100 milioni€».

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L’offerta di vendita riguarda lo stabilimento produttivo toscana di Terranova Bracciolini (AR), brevetti (oltre seicento) e certificazioni e le sei consociate estere rimaste dopo la cura dimagrante imposta dai commissari. Si tratta di sei società operative in mercati in continua espansione: India, Singapore, Taiwan, Turchia, Stati Uniti e Australia. Soltanto l’India cuba circa 100 milioni€ di fatturato.

Fimer, in vendita 600 brevetti ma salvaguardata l’occupazione

Il potenziale acquirente – oltre all’offerta economica – dovrà garantire gli attuali livelli occupazionali: 266 ingegneri e tecnici, un quarto di quelli che aveva Fimer in Italia e all’estero nella sua fase di massima espansione.

«I problemi di Fimer – aggiunge Maurizio Ascione  – non derivano da una carenza di tecnologia o dall’assenza di innovazione, ma esclusivamente da una crisi finanziaria legata alla tumultuosa crescita degli ultimi anni, dopo l’acquisizione nel 2019 di tutto il settore solare dalla multinazionale svedese ABB. Fimer è passata da un fatturato di 40 milioni ad uno di 340 – realizzando anche impianti grandiosi come la centrale fotovoltaica di Città del Messico – senza riuscire però a far collimare sempre l’organizzazione con le necessità del mercato. Una difficoltà di gestione resa ancora più complicata dall’emergenza Covid che ha “tagliato le gambe” alla riorganizzazione che si stava realizzando».

Diversi nel passato erano stati i tentativi di acquisizione di Fimer da parte di gruppi industriali anche internazionali senza arrivare però al closing decisivo.

Fimer, a primavera la nuova proprietà?

« Resta intatto – rimarca l’avvocato veronese  – il valore strategico di Fimer nell’evoluzione attuale del mercato: i nostri prodotti, in particolar modo gli inverter a stringa, rendono fattibile un’autonomia strategica nazionale nel settore delle rinnovabili favorendo la rapida diffusione delle comunità energetiche e la crescita dell’autoproduzione da parte delle famiglie italiane. Di straordinaria importanza anche le ricerche che Fimer sta portando avanti nel settore dell’auto per raddoppiare la capacità delle batterie attuali e per la  diffusione di una ampia rete di colonnine di ricarica».

La previsione è di arrivare ad un nuovo proprietario entro la prossima primavera.