(di Giorgio Gabanizza) Finalmente, il 28 ottobre prossimo, verranno eliminate le fasce orarie di libero accesso delle autovetture alla ZTL, il centro storico viene liberato dal traffico automobilistico. Era da decenni che veniva chiesto questo provvedimento, per far rinascere una straordinaria area urbana che viene restituita alla piena fruizione umana, alle relazioni, agli incontri, alla sua completa vivibilità.
Così Verona si aggiunge alle tante città italiane ed europee che hanno dato dignità e bellezza ai loro centri storici e a vaste aree urbane riqualificate. Anche se il provvedimento dell’ amministrazione comunale veronese ha un valore più simbolico che effettivo.
La chiusura al traffico veicolare non dovrebbe consentire deroghe, non si spiegano gli accessi delle motociclette, talvolta ingombranti ed impattanti come le automobili, non appare necessario il rilascio di 4 permessi (di transito e di parcheggio nel centro storico) al mese ai veronesi residenti nei quartieri periferici e negli altri 97 comuni della provincia.
Ci auguriamo un ripensamento, anche prima dell’ entrata in vigore della delibera o, almeno, subito dopo.
Le proteste nel passato dei commercianti del centro
Invitiamo gli esercenti e i commercianti che protestano a chiedere informazioni ai loro colleghi di via Mazzini, via Cappello (quante proteste alla sua chiusura), corso Portoni Borsari, via Oberdan, se stanno meglio o peggio di prima della chiusura delle loro strade al traffico automobilistico.
A loro le minacce e le insidie vengono dai supermercati, dai centri commerciali, da Amazon, dal commercio online, ecc.. e dallo svuotamento abitativo del centro storico.
Un primo passo viene compiuto, ne servono altri, più decisi, in particolare l’incremento significativo del trasporto pubblico, lo sviluppo della rete delle piste ciclabili e la programmazione di una serie importante di interventi mirati a liberare dal traffico automobilistico altre parti della città, a partire dai centri di antica origine dei quartieri, delle frazioni e dei borghi e di aree che hanno bisogno di essere valorizzate e fatte rinascere. Anche alcune sperimentazioni fatte a Veronetta, di esclusiva fruizione pedonale, andrebbero rese permanenti.
Serve visione e una progettazione di lungo respiro, che guardi alla riqualificazione della città ed alla sua rivitalizzazione urbana, culturale e sociale, che privilegi il pedone, i servizi pubblici, la mobilità sostenibile con riduzione dell’impatto devastante di un traffico veicolare sempre più intenso e che contribuisce a rendere Verona una delle città più inquinate del Veneto, d’Italia e d’ Europa. Ma servono anche atti concreti e coerenti, ulteriori e urgentemente.