(di Elisa Poletti) È stato in parte demolito lo storico mercato delle pesche, che sorge di fronte al Piazzale della Repubblica a Valeggio. «Sotto l’incalzare travolgente e inarrestabile delle trasformazioni urbanistiche a fini commerciali, Valeggio sta perdendo le sue memorie storiche.» così ha commentato l’Associazione Il Guado.
I lavori di demolizione hanno suscitato in parte della comunità valeggiana un sentimento di malinconia perché l’ex mercato delle pesche ha rappresentato per intere generazioni un simbolo identitario. Dopo il recente abbattimento della casa di Maria Cressoni, altro emblema del contorno edile di Valeggio, i membri dell’Associazione Il Guado hanno condiviso un pensiero sui social riguardo all’inarrestabile cambiamento.
«Per un breve ricordo del “𝗕𝗮𝗿𝗮𝗰ò” ritorniamo al 1952, quando l’allora capogruppo della locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini, il capitano Silvio Fain Binda (1898-1970), organizzò una storica e irripetuta adunata provinciale delle Penne Nere. – racconta Il Guado con nostalgia – Dopo la sfilata, i discorsi, le corone d’alloro, ecc., un grande rancio fu organizzato proprio nel nostro “Baracò”: 1.000 posti a sedere per quelli che avevano prenotato gli altri affollarono le osterie e i ristoranti (prezzo convenuto 450Lire = 8,50 €). I più organizzarono bivacchi un po’ dovunque.»
L’ex mercato delle pesche ha rappresentato un simbolo per il paese in un passato dove la coltivazione delle pesche era uno dei settori più redditizi. Questa realtà ha offerto lavoro a decine di uomini e donne, impiegate nella lavorazione delle pesche e di altri prodotti agricoli (in foto).
Il sindaco Alessandro Gardoni ha risposto alle critiche in merito all’abbattimento dell’edificio: «Vorrei rassicurare tutta la comunità che la facciata dell’ex mercato delle pesche sarà mantenuta nella sua bellezza, per rispetto della nostra storia e delle persone che ci hanno preceduto, nonostante in quel sito sorgerà un nuovo immobile.
La facciata sarà mantenuta nella sua espressione più suggestiva e anche qualora venisse temporaneamente compromessa, come già in parte accaduto all’inizio dei lavori, sarebbe prontamente restaurata con gli stessi materiali e senza alcuna variazione estetica.»
La proprietà privata dell’immobile ha previsto esplicitamente nell’apposita istruttoria quanto affermato dal sindaco, nonostante l’immobile non avesse alcun vincolo, né ambientale, né monumentale.