(di Paolo Danieli) Il mondo al contrario. Il generale Vannacci potrà anche non piacere. Ma sul fatto che il mondo stia girando al contrario non si può che dargli ragione.

Se c’è chi, dopo il morto in stazione, ha il coraggio di dire che la Polizia risponde a pistolettate a chi ha bisogno di aiuto e cura, questa  è la prova che il mondo gira al contrario. Eh sì, perché uno che chiede cura e aiuto non lo fa impugnando un coltello. Sostenerlo è un’offesa all’intelligenza. Eppure ce ne sono. E li abbiamo visti manifestare per l’africano morto dicendo che la Polizia è razzista. 

Il mondo al contrario. E' quello che succede dopo il morto in stazione

Ci rendiamo conto a che punto è arrivato  il mainstream, il politicamente corretto, la moda dei diritti umani e non dei doveri?

Il mainstream fa girare il mondo al contrario

Stavolta c’è scappato il morto. Proprio perché hanno dato troppa corda a quelli dell’accoglienza. Proprio perché hanno abbandonato intere zone della città ai fuorilegge. Sì, perché sono fuorilegge quelli che vivono irregolari sul territorio nazionale, rubando, rapinando, spacciando, minacciando.
Così che i veronesi non si sentono più liberi di girare tranquilli per le strade della loro città di giorno e di notte. E allora vuol dire che il mondo gira al contrario.

Per questo bisogna che la Polizia sia armata che, se necessario, spari per difendere la libertà di tutti noi senza poi dover essere perseguita dalla giustizia.
Per questo i carabinieri e i poliziotti devono fermare e chiedere i documenti a tutti quelli che hanno l’aria di non essere propriamente dei tranquilli cittadini. E che li perquisiscano, perché girano troppi coltelli nelle loro tasche. E se girare col coltello o il pugnale fa parte di certe culture, allora che vadano a farlo a casa loro.

Il mondo al contrario. E' quello che succede dopo il morto in stazione

E chissenefrega se il Consiglio d’Europa dichiara razzista la polizia italiana. Gli agenti devono prevenire e perseguire i reati. A prescindere dalla nazionalità di chi lo compie. E non è colpa loro se la maggioranza degli spacciatori di droga sono africani o dei borseggiatori sono rom. 
Oppure, per far piacere all’Europa, di cui cominciamo ad averne le palle piene, una volta appurato che lo spacciatore non è italiano, lo dovrebbero lasciar andare con tante scuse per averlo disturbato nella sua meritoria attività di vende la morte ai nostri giovani?