Un neonato ogni 100 ha una cardiopatia congenita, una anomalia del cuore e/o dei grandi vasi già presente durante la vita fetale. Si tratta delle più frequenti malformazioni riscontrate alla nascita e sono tra le anomalie di più complessa identificazione e inquadramento prenatale. 

Queste patologie sono la causa principale di mortalità perinatale per malformazioni congenite. La diagnosi prenatale è quindi fondamentale, sia perché permette ulteriori approfondimenti nel corso della gravidanza, sia perché il riconoscimento prenatale migliora la possibilità di sopravvivenza alla nascita consentendo una pianificazione del parto in Centri di terzo livello.

L’Ecocardiografia fetale è un esame che analizza in dettaglio l’anatomia del cuore del feto, evidenziando eventuali cardiopatie congenite in feti a rischio. La valutazione ecografica di base del cuore fetale è comunemente eseguita nella popolazione generale in occasione dell’ecografia “morfologica” al 5° mese di gestazione, in grado di identificare le cardiopatie congenite solo in una parte dei casi. Tuttavia, in presenza di un sospetto di patologia, oggi è possibile eseguire uno studio ecografico avanzato per escludere o confermare anomalie congenite.

Richiede l’esperienza specifica di medici esperti in cardiologia fetale e pediatrica e l’uso di apparecchi ecografici sofisticati. In questo modo si evidenziano sia anomalie della struttura sia anomalie della funzione cardiaca. L’Unità dipartimentale “Ospedale di Giorno e Patologia Ostetrica”, diretta dalla professoressa Ricciarda Raffaelli presso l’Ospedale della Donna e del Bambino (ODB), esegue questo specifico esame che si aggiunge alle altre varie metodologie diagnostiche fetali. La ecocardiografia fetale viene effettuata alle pazienti gravide in due casi: quando vi sia un sospetto di malformazione o malattia a carico del cuore e dei grandi vasi emerso all’ ecografica di screening sul feto; in base a specifici fattori di rischio familiari, materni o del nascituro. Nei casi in cui viene confermata una cardiopatia in utero, all’esame segue la valutazione del cardiologo pediatrico Matteo Ciuffreda, in collaborazione con la Uoc di Cardiologia, e del cardiochirurgo prof Giovanni Battista Luciani direttore dell’Uoc Cardiochirurgia, per il perfezionamento diagnostico, un’adeguata consulenza prenatale e la pianificazione di un parto sicuro.

La specifica esperienza maturata dalla prof.Raffaelli e dalla sua équipe, specializzata in diagnosi prenatale di secondo livello e riferimento clinico per tutto il territorio, ha portato all’organizzazione nell’Azienda ospedaliera di Verona di uno specifico corso di formazione, con medici provenienti da tutta Italia. Si è tenuto ieri, venerdì 25 ottobre, presso l’ODB ed è uno dei pochi corsi pratici di Ecocardiografia fetale, rivolto a 50 giovani medici, in formazione specialistica e neo-specialisti, con una parte teorica e una successiva sessione pratica pomeridiana in cui i corsisti hanno potuto esercitarsi sotto la guida di tutor. Il corso è stato coordinato dalla professoressa Raffaelli e dal professor Giuseppe Rizzo, direttore di Ginecologia e Ostetricia all’Università Sapienza di Roma e ha avuto come relatori ecografisti fetali di fama internazionale.

Prof. Raffaelli: “La nostra unità dipartimentale, dedicata alla diagnosi prenatale e medicina materno-fetale, offre competenze multidisciplinari per un’adeguata gestione perinatale delle cardiopatie congenite, a partire dalla diagnosi in utero. La presa in carico precoce da parte di un Centro con esperienza nel trattamento delle cardiopatie congenite dà, nella gran parte dei casi, la migliore garanzia di successo anche a lungo termine. L’obiettivo è sempre quello di offrire diagnosi e cure aggiornate alle nostre pazienti e di affiancare i futuri genitori in un momento di scelte difficili. A questo scopo, è importante anche la formazione di giovani professionisti qualificati in questo settore ultraspecialistico”.