(di Giorgio Gabanizza) Il presidenzialismo (un solo uomo o una sola donna al comando) non è solo proposto da l’on. Meloni per il governo del Paese, ma anche da buona parte (non tutta) della amministrazione comunale di Verona, che lo propone per il “governo” delle Circoscrizioni attraverso l’elezione diretta del presidente.
Non bastano leggi maggioritarie con le quali si eleggono Camera e Senato privilegiando la “stabilità” del governo alla rappresentatività democratica del Paese, ma si vuole maggiore potere per il “premier”, persino per le Circoscrizioni di Verona, per le quali, dopo la riforma della amministrazione Sboarina, si vota con metodo maggioritario con il quale viene assicurata una maggioranza (60%) alla coalizione che prende un solo voto più delle altre, anche se rappresenta una minoranza della popolazione.
Ma anche qui ciò non basta, si vuole dare maggiore potere a chi le presiede. Difficile capirne la ragione. Soprattutto se si guarda ai compiti, alle funzioni che possono svolgere le Circoscrizioni. Le quali, per legge dello Stato, sono prive di personalità giuridica (non possono fare contratti, indire gare d’ appalto, assumere personale, ecc….). Possono soltanto dare pareri sui più importanti provvedimenti comunali (bilanci, piani, programmi, ecc..), possono, inoltre, ascoltare il “territorio” , raccogliere dalla popolazione residente suggerimenti, proposte, indicazioni, sia direttamente, convocando assemblee aperte a tutte e tutti, sia mediante le commissioni permanenti, i cui appartenenti vengono nominati dal Consiglio di Circoscrizione su indicazione dei gruppi consiliari. Le proposte, le indicazioni e i suggerimenti raccolti, se ritenuti validi, debbono essere inviati al Comune affinché li valuti ed eventualmente provveda con atti deliberativi.
Ricordiamoci che i Consigli di Circoscrizione nascono verso la fine degli anni ’70 dopo che si erano istituite le Consulte di Quartiere sulla spinta di movimenti popolari, di comitati di quartiere e di partiti progressisti.
I Consigli di Circoscrizione sono richiesti per allargare la partecipazione democratica, per favorire il concorso dei cittadini e degli organi intermedi della società al governo della città, della cosa pubblica, dei beni comuni. Non si istituiscono soltanto per chiedere alla cittadinanza partecipe pareri sui più importanti provvedimenti, non solo perché sia esercitato un maggiore controllo popolare sulle scelte comunali più significative per i territori circoscrizionali, ma anche per raccogliere proposte, soluzioni amministrative dalla cittadinanza attiva, per stimolare la comunità a concorrere al governo complessivo della città.
Quando furono istituite, il sindaco Gozzi affermò che per organismi di questa natura sarebbe stato opportuno adottare non il sistema proporzionale corretto D’ Hondt (che favorisce lievemente nell’attribuzione dei seggi le liste più votate), ma il proporzionale puro, per renderle il più rappresentative possibile, per dare voce a tutte le articolazioni democratiche esistenti nei territori, anche le più piccole.
Le Circoscrizioni, per legge, non sono mini municipi che governano ed amministrano, sono luoghi della partecipazione e del controllo popolare, dell’ascolto del territorio per conto del Consiglio comunale. Possono favorire il decentramento organizzativo dei servizi comunali, più che un vero e proprio decentramento amministrativo. Possono essere destinatarie di piccole funzioni amministrative, oggi quasi nulle, possono dare contributi e patrocini e poco altro, e, con questa riforma, verrebbero ad ottenere deleghe alla viabilità e segnaletica di quartiere. Poco più di niente: l’elefante ha partorito un topolino, un topolino nano!
Un presidente di circoscrizione prende 7 mila euro al mese!
Il motivo principale per il quale verrebbe introdotto il presidenzialismo circoscrizionale è “per dare maggiore importanza alla figura del presidente“. Ma più di così, come è nell’attuale ordinamento, non si può, che al presidente, soltanto al presidente, spetta una indennità di carica pari a quella dell’ assessore (circa 7 mila euro mensili), mentre ai consiglieri eletti e ai commissari nominati di Circoscrizione non spetta nemmeno il rimborso spese, nulla.
Un divario intollerabile, che mina la stessa funzionalità di questa istituzione, che va corretto. L’esigenza, oggi, non è quella di restringere il potere, di “far eleggere” otto “capetti/e”, uno/a per Circoscrizione, ma di allargare la partecipazione popolare al governo democratico della cosa pubblica.
Questa proposta, del presidenzialismo circoscrizionale, mi fa ricordare che un tempo, dalle parti di San Giacomo, c’era un luogo, successivamente trasferito a Marzana, ove era possibile trovare qualcuno, privato di ogni minima libertà, che affermava di essere Napoleone. Impossibilitato a fare alcunché dichiarava di essere a capo di un grande impero. Non vorrei che, se venisse approvata questa immotivata riforma circoscrizionale con l’elezione diretta del presidente, qualcuno della Amministrazione municipale dichiarasse ai nuovi presidenti di Circoscrizione di essere a capo di un “impero amministrativo”, di mini municipi, come se fossero dei sindaci dei loro territori.
Qualcuno, neofita, potrebbe crederci, ma, alla prova dei fatti, rischierebbe di vivere frustrazioni pesanti o illudersi di essere Napoleone, insomma un vero e proprio “premier” della Circoscrizione. Ma per fare che? E’ ora che ci sia una profonda revisione delle Circoscrizioni, per renderle maggiormente rappresentative e più frequentate, luoghi d’ incontro della cittadinanza attiva con le istituzioni comunali, ove associazioni, organizzazioni e singoli cittadini siano chiamati a dare il loro apporto per un governo della città sempre più trasparente, democratico e partecipato.