Damiano Tommasi ha un problema. Che si chiama Jacopo Buffolo e che oggi il SIULP ha evidenziato clamorosamente. Tutto nasce dalla manifestazione di sabato – alcune centinaia di manifestanti a favore di Moussa Diarra che hanno cercato di entrare nel Tribunale ed hanno inscenato un sit in davanti alla Questura con accuse dirette rivolte agli agenti di Polizia che hanno risposto con eccezionale sangue freddo evitando ogni contatto ed ogni incidente – dove l’assessore Buffolo ha riaffermato il suo punto di vista molto critico verso le forze dell’ordine.

Il sindacato unitario di Polizia, SIULP, ha scritto direttamente al sindaco Damiano Tommasi, una lettera aperta piena di dignità e che mette chiaramente i puntini sulle “i” riguardo all’atteggiamento della maggioranza woke scaligera: «Illustrissimo Signor Sindaco – scrive il segretario provinciale Davide BattistiNei giorni scorsi abbiamo letto, e apprezzato, tono e contenuto della Sua lettera pubblicata sulla stampa locale, in filigrana alla quale si percepisce il disagio che prova chi, di fronte a fatti di cronaca, nonostante la comunicazione nell’era dei social media imponga tempi di reazione prossimi allo zero, si sforza di privilegiare la riflessione. 

Abbiamo anche preso atto della sostanziale presa di distanza dalla infelice esternazione portata da un messaggio divulgato da un Assessore della sua Giunta (Jacopo Buffolo, nella foto qui sotto con degli scout. Foto VeronaSera.ndr) – per l’appunto – su una piattaforma virtuale che ha provocato, tra le altre, anche la nostra amareggiata, sofferta presa di posizione. Siamo infatti estremamente attenti ad evitare di intervenire nel dibatto politico, e ne avremmo fatto volentieri a meno.

Lassessore alle politiche giovanili del Comune di Verona Jacopo Buffolo e promotori centenario Scout in Arena foto ufficio stampa Comune di Verona

Ma non possiamo esimerci dal reagire con fermezza nel momento in cui la categoria che  rappresentiamo viene sottoposta a strumentali attacchi che revocano in dubbio l’equilibrio e la  credibilità del nostro operato con incresciose iperboli. Men che meno se tali esternazioni sono rafforzate dall’adesione di pubblici amministratori che si prestano ad alimentare un pericoloso  sentimento di pregiudizio verso chi è istituzionalmente preposto ad assicurare la libertà e la sicurezza di tutti.

Nessuno escluso, checché se ne dica a latitudini di pensiero fortunatamente residuali. Quelle  che hanno accompagnato la manifestazione che si è tenuta lo scorso sabato pomeriggio, accompagnata da scabrose urla e sconcertanti cartelli che hanno destato in noi profondo sgomento e che sono un eloquente indicatore dei rischi testé segnala . 

Per quanto si possa comprendere il dolore della comunità cui apparteneva il giovane maliano che ha perduto la vita, è del tutto irricevibile il tentativo di far passare come assassino il nostro collega che, suo malgrado, è stato coinvolto in questa drammatica vicenda, e per di più con la pretesa di estendere alla generalità dei poliziotti la presunta corresponsabilità nell’accaduto. 

Beninteso, non siamo a scriverLe per lamentare la scontata pretestuosità di inizia ve che ben poco hanno a che fare con la ricerca di “verità e giustizia”, slogan che, è appena il caso di segnalarlo a distratti commentatori, viene brandito alimentando la gravissima presunzione che le indagini siano aprioristicamente orientate ad accreditare un “favore” per il nostro collega. 

A disturbarci, e ad indurci a scomodare la Sua attenzione, è piuttosto la constatazione che a quella  manifestazione ha preso parte – come peraltro evidenziano le cronache di stampa – anche lo stesso Assessore (Jacopo Buffolo.ndr) di cui poc’anzi abbiamo trattato. Al quale allora riesce difficile concedere, per una seconda volta, il beneficio dell’urgenza nella comunicazione del proprio pensiero. Non ci risulta, a tacer d’altro, che egli abbia espresso riprovazione per le indecenti derive prese dal corteo.

Detto ciò, per restare nel solco dei detti popolari da Lei tracciato (parla come mangi), troviamo estremamente appropriato richiamare quello che recita dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.  Beninteso, siamo consapevoli che qualunque organizzazione, sia essa poli ca, sindacale o associazionistica, si regge sulla sintesi di posizioni talvolta ampiamente divergenti . A ciò si aggiunga che non è nostro interesse insistere per le dimissioni di chicchessia, atteso che l’azione del Sindaco e della sua Giunta sono rimesse al complessivo giudizio degli elettori. 

E, pur dandole atto di aver chiarito con fermezza quale sia il Suo punto di vista sui drammatici eventi in narrativa, è altrettanto palese che il Suo Assessore non pare condividerlo e, in ogni caso, non sembra incline a recedere dai suoi proposi. Lei è libero di scegliersi i collaboratori. Noi di valutare come l’esigenza del compromesso politico non Le consenta di contenere dichiarazioni ed atteggiamenti che evidenziano avversione verso i poliziotti. Ce ne faremo una ragione, ma non potremo non tenerne conto».