(di Bulldog) Dal referendum del 1985 sulla scala mobile, il sindacato italiano non ne ha azzeccata una. In compenso, è prodigo di consigli su come si dovrebbe fare per sistemare le grane del Paese e ad ogni Finanziaria scatta il rituale dello sciopero generale. A prescindere, si potrebbe dire.

Negli anni il sindacato ha chiesto di tutto: cose legittime e cose impossibili contribuendo a quel lassez faire in termini di bilancio dello Stato che oggi ci vede con 3mila miliardi da pagare e non sappiamo nemmeno dove diavolo li abbiamo spesi. I 40mila postini assunti da Remuccio Gaspari, i 30mila cassintegrati della Fiat dalla sera alla mattina, le aziende colabrodo finite nel carrozzone pubblico (finché c’era), al cuneo fiscale (ovvero meno tasse per i lavoratori dipendenti) a quello contributivo (si va in pensione ma non si pagano contributi a sufficienza)…le battaglie di politica e sindacati assieme a carico di Pantalone sono infinite.

Non cambia per la Finanziaria 2025. Con 3mila miliardi di debito, 80 miliardi di interessi annui da pagare, 219 milioni al giorno, la coperta non è corta, non c’è proprio. Il sindacato chiede però che lo Stato finanzi nuovamente l’industria dell’auto – nonostante quanto già fatto in un secolo di intervento pubblico nel settore – , tolga l’Irpef ai redditi minori (che già oggi non la pagano) e che, magari, faccia l’ennesima riforma fiscale, dia un ulteriore stanziamento straordinario alla sanità pubblica… eppoi il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati; una piena rivalutazione delle pensioni; una vera politica industriale; la tutela della salute e sicurezza sul lavoro e contrasto alla precarietà ecc ecc.

La lista della spesa è vasta, ma il sindacato non dice dove prendere i soldi tranne l’usuale ricorso alla lotta all’evasone fiscale che è l’alibi preferito della politica per lanciare la palla in tribuna e poter spendere sempre di più.

Il sindacato farà l’ennesimo sciopero generale. il governo approverà la sua manovra in aula dopo l’altrettanto scontato assalto alla diligenza portato avanti da onorevoli e senatori spendaccioni e irresponsabili. Non cambierà nulla, corriamo verso il default tutti insieme appassionatamente.