(di Rocco Fattori Giuliano) 117mila nuovi posti di lavoro, una crescita aggiuntiva di 2 punti e mezzo del PIL, oltre 50 miliardi €, dieci volte l’attuale fatturato italiano del settore. Questi i numeri del “nuovo” nucleare nazionale, realizzato attraverso i nuovi reattori di piccola taglia che il Governo ha scelto come una delle soluzioni alla domanda di energia pulita ed alla decarbonizzazione. Una newco verrà attivata entro dicembre 2024 con CDP, Enel, Leonardo e Ansaldo Energia per iniziare a programmare il ritorno a questa energia.

Oggi, l’energia nucleare in Europa rappresenta già il 25% della produzione elettrica, con un volume d’affari annuale di circa 100 miliardi di euro e un impiego di un milione di persone.

Gli Small Modular Reactor (SMR) rappresentano un cambio di paradigma nel settore rispondendo alla crescente esigenza di soluzioni energetiche sostenibili e flessibili. Questi reattori, con una capacità di circa 300 megawatt, si differenziano per le dimensioni ridotte e la modularità, consentendo una costruzione e un’installazione rapide. Ideali insomma per supportare le energie rinnovabili e per contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, favorendo una produzione “green” per le industrie.

Il programma di sviluppo nucleare in Europa prevede il rinnovo e la sostituzione di impianti ormai obsoleti, con la costruzione di circa 100 nuovi grandi reattori e 300 di piccola taglia (SMR/AMR) entro il 2050. Anche per questa ragione, la domanda di figure professionali specializzate è destinata a crescere, con una stima di oltre 4 milioni di assunzioni globali entro il 2040, destinando alla filiera nucleare un ruolo cruciale nel rafforzamento del PIL europeo.

La Francia, tra le nazioni più avanzate in questo settore, ha già avviato un piano per l’installazione di almeno sei nuovi reattori entro il 2030, con la prospettiva di ampliare il numero a otto, ma anche altri Paesi come Polonia, Romania, Belgio e Svizzera stanno pianificando progetti ambiziosi, invertendo una tendenza che fino a pochi anni fa mirava all’abbandono del nucleare.

Nucleare, una filiera ad oggi di 70 industrie, 13mila addetti e 4 miliardi di fatturato

L’industria nucleare italiana vanta già circa 70 aziende attive, che nel 2022 hanno generato 4 miliardi di euro di fatturato e impiegato oltre 13.500 persone. La crescita di questo settore, supportata dall’interesse europeo verso il nucleare di nuova generazione, potrebbe generare un mercato potenziale di 46 miliardi di euro entro il 2050, con un valore aggiunto attivabile di 14,8 miliardi di euro. Secondo un’analisi condotta in collaborazione con Thea, questa espansione economica potrebbe arrivare a rappresentare il 2,5% del PIL italiano, creando fino a 117.000 nuovi posti di lavoro.

leonardo

Ansaldo Nucleare, partecipata di Ansaldo Energia, ha riaffermato la propria volontà di investire in SMR e reattori di IV generazione per contribuire all’indipendenza energetica e alla decarbonizzazione dell’industria. Grazie alla partnership con aziende come Enel (grafico a cinque anni in apertura) e Leonardo (qui sopra la sua quotazione negli ultimi cinque anni), Ansaldo Nucleare sta portando avanti progetti con orizzonte temporale decennale, tra cui il reattore Alfred, un dimostratore di Lead Cooled Fast Reactor (reattore raffreddato a piombo), sviluppato in collaborazione con Enea e altri partner europei.

Il progetto Alfred rappresenta un passo fondamentale verso la tecnologia dei reattori di nuova generazione, garantendo maggiore efficienza e riduzione dei rifiuti radioattivi, e ha recentemente trovato riscontro all’European SMR Industrial Alliance come esempio di innovazione europea.

ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, coordina il progetto SASPAM-SA, un’iniziativa finanziata da Horizon Euratom con oltre quattro milioni di euro. Il progetto, che vede coinvolti ventitré partner da tredici Paesi, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università La Sapienza, punta a potenziare il know-how necessario per un’implementazione sicura e sostenibile degli SMR. Questo tipo di reattori, grazie a soluzioni tecnologiche avanzate, garantiscono una sicurezza intrinseca superiore e tempi di realizzazione ridotti, rappresentando un’opzione centrale per soddisfare le necessità di decarbonizzazione del continente.

La Walter Tosto S.p.A., storica azienda abruzzese, è oggi una delle realtà italiane più coinvolte nei progetti nucleari europei. Fondata nel 1960 e guidata da Luca Tosto, l’azienda ha già partecipato a progetti come Hinkley Point C e Sizewell C nel Regno Unito, dimostrando l’affidabilità e l’eccellenza tecnologica italiana. Walter Tosto ha investito in formazione per giovani laureati e innovazione tecnologica. Con oltre 1.200 dipendenti, un portafoglio ordini di 300 milioni di euro destinato a raddoppiare, e collaborazioni in paesi come Inghilterra e Francia, l’azienda è oggi all’avanguardia della filiera nucleare europea confermando la solidità del know-how nazionale.