(di Bulldog) Un giudice di Catania ha ritenuto oggi – nel valutare il ricorso di un immigrato irregolare aka migrante – che in Egitto “ci sono gravi violazioni dei diritti umani» che «investono le libertà di un ordinamento democratico». Lo scrive il Tribunale di Catania nel provvedimento con cui non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato.
Sicuramente la corte giudicante ha ragione. Il nostro principale partner economico ed alleato nel Mediterraneo è una fogna in quanto rispetto dei diritti delle persone. Giulio Regeni e chissà quanti altri che non conosciamo lo hanno provato sulla propria pelle.
Ma se l’Egitto non è sicuro, l’Italia lo è? ne siamo proprio così certi? Perchè un cittadino straniero che viene in Italia può finire fra i 200mila schiavi presenti nel nostro Paese. Sì, avete letto bene: schiavi. Schiavi sessuali, schiavi a raccogliere pomodori e verdure varie, schiavi nella manifattura in Italia. Altro che black live matters, qui abbiamo una città grande quasi quanto Verona che è totalmente nelle mani e nel controllo di trafficanti di braccia. E se uno non finisce a fare lo schiavo in Italia ha anche buone possibilità, specie se è un bambino o una bambina con le mani piccole, di finire legato ad un telaio che produce moda italiana (10,9 miliardi il fatturato italiano realizzato in Paesi non sicuri).
Ma poniamo che riusciate a sfuggire agli schiavisti. Basta poco, una percentuale di melanina in più, che la polizia razzista italiana vi sbatta in galera con una scusa qualsiasi. E finire in galera vuol dire precipitare in un inferno dantesco dove 61mila persone stanno in posti che ne potrebbero contenere al massimo 46mila (131% il tasso di sovraffollamento) in una promiscuità e in condizioni igienico-sanitarie incivili.
E potete finire in galera anche se non condannati: l’Italia è infatti il primo Paese in Europa per detenuti in attesa di giudizio o di revisione del processo – oltre 17mila – e dei 9mila che ancora debbono ascoltare un verdetto emesso in nome del popolo italiano, 9mila, il 30% è formato proprio da immigrati irregolari. Dov’è finita quella storia dell’ habeas corpus?
Non siete finiti schiavi e non siete al gabbio? beh, potete sempre cadere nella mani della malavita organizzata che, secondo la DIA, controlla militarmente diverse province del Mezzogiorno, ovvero del posto dove siete sbarcati.
Ma poniamo invece che siete laureati, diplomati, con un ottimo skill di studi o professionale? sicuri che qui vi verrà accettato dato che qui non accettiamo neppure i titoli ed i meriti dei nostri ragazzi che ogni anno scappano all’estero dove, sia chiaro, ci sono già oltre 5 milioni di cittadini italiani che sono andati oltre confine. Di questi 550mila sono under 35. Se non siete “figli di…” scordatevi un posto in una professione dal lauto stipendio e sicuro riconoscimento sociale. Non farete mai il notaio, il medico, il professore universitario…starete – buoni e zitti – al vostro posto in fondo all’ascensore sociale!
Allora, certamente l’Egitto non è un Paese sicuro, ma statene certi nemmeno l’Italia lo è. Non per gli immigrati irregolari, e non lo è per gli Italiani stessi. Ci sarà una Corte a Bruxelles, un giudice a Berlino che accolga tutti noi – Italiani e immigrati aka migranti – e ci salvi dal nostro stesso malgoverno?