(di Christian Gaole) Verona riparte. Riparte con Alberto Lorusso, fondatore dell’associazione che ha come fine ultimo svegliare la città scaligera dal letargo e svilupparne a pieno le potenzialità. Il primo incontro pubblico con la cittadinanza si è svolto lo scorso 5 novembre a Porta Palio e i relatori, Guido Papalia, già Procuratore della Repubblica al Tribunale di Verona, Francesco Zamboni, psicologo all’istituto di medicina delle dipendenza e dipartimento di neuroscienze dell’università di Verona e Camillo Smacchia, primario dell’istituto di dipendenze di Bussolengo e Legnago, insieme all’avvocato veronese (è stato candidato con Patrizia Bisinella) hanno fatto il punto della situazione, in termini di sicurezza e legalità, della città scaligera.

Tanti gli spunti che sono emersi: primo tra tutti è che il binomio degrado/droga, secondo Smacchia, non è  sempre scontato. “Infatti – Sostiene il primario – la droga a Verona c’è sempre stata e il degrado anche”. Rappresentativi sono gli anni ‘80 che vedevano Porta Palio ospitare prostituzione e spaccio, o le lunghe schiere di drogati che usavano Piazza Erbe come camera da letto. Pertanto, chiosa Smacchia “il degrado è figlio di tante madri”. Anche Zamboni concorda e dichiara: “la dipendenza è democratica, tocca sia l’imprenditore affermato che chiunque altro, il povero o senzatetto come chi è perfettamente inserito nel tessuto sociale”.

Interviene anche Papalia nel dibattito affermando: “la tossicodipendenza è un sintomo”. “Per far funzionare la sicurezza pubblica, politica e cittadini devono andare di pari passo e governare insieme per una città più sicura”. Un invito quindi, quello di Papalia, a includere piuttosto che escludere e dividere le persone tra noi e loro.

Verona Riparte, un progetto di assistenza legale gratuita alle forze dell’ordine

“Verona riparte – spiega Lorusso – vorrebbe vedere chi fa  politica come un amministratore di condominio che governa l’assemblea. Così come i condomini concorrono a vigilare gli uni sugli altri trovando soluzioni condivise per rendere la loro casa un posto sicuro e migliore, altrettanto dovrebbero fare i cittadini con il loro territorio”. Inoltre – prosegue Lorusso – “le priorità della nostra  sono: portare un’elevazione culturale in città, con eventi e cultura civica per i cittadini oltre a una maggiore pulizia della città, lasciata a se stessa. Infine, trovare una soluzione al degrado che imperversa sempre di più a Verona.

Per esempio: togliere il bracciolo dalle panchine pubbliche non risolve il problema del bivacco, ma è una scelta politica, come fece Zanotto con i venditori ambulanti in via Mazzini: aspettò la fine del suo mandato per bloccare l’accesso ai venditori, cosa che poteva benissimo vietare in precedenza”.

Cercando di fare sintesi Verona riparte sta studiando un sistema che possa permettere ai membri delle forze dell’ordine che, nell’ adempimento del proprio dovere incappino in necessità di difesa, di dormire sonni sereni dato che li “vogliamo difendere perché sono sprovvisti di strumenti e lasciati soli”, una integrazione maggiore delle quote di immigrazione sul territorio scaligero, le quali devono essere incluse perché “non dipende dal colore della pelle di un individuo, e se qualcuno delinque c’è un problema e questo problema va risolto”.

Avviandosi alla conclusione, Lorusso si pone diverse domande: “perché siamo gli unici a parlare di metropolitana a Verona? O di traforo, insieme a pochi altri? L’alleanza per la città funziona quando pubblico e privato fanno il loro dovere”.

In merito alla presentazione alle prossime elezioni, Lorusso risponde così: “è prematuro dire ora se parteciperemo o meno. Per ora promuoviamo l’associazione parlando di progetti. Un particolare, però, lo voglio sottolineare: Verona Riparte non è né di destra né  di sinistra”. Insomma, appuntamento alla prossima corsa elettorale per vedere se Lorusso sarà un maratoneta o meno.