Spendiamo 36,2 miliardi in farmaci. Il 69,7% a carico del Ssn e il 30,3% pagate dai cittadini. Datodel Rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco per il 2023.
Ogni giorno consumiamo 1.899 dosi di medicine/1000 abitanti.
Le più prescritte sono quelle per le malattie cardiovascolari: 513,9 dosi/die/1000 abitanti con una spesa pro capite del Ssn di 60,43 euro.
Seguono quelle per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo 298,6 dosi/die/1000 abitanticon una spesa procapite di 56,4 (+2,2% sul 2022).
Quindi i farmaci per il sangue, per il sistema nervoso centrale e gli antidiabetici.
Quest’ultimi sono utilizzati ‘out of label’ per perdere peso, come la la semaglutide e le gliflozine, il cui consumo è cresciuto del 65,6%.
Antibiotici. Tra i farmaci più consumati
Nonostante le raccomandazioni, l’Italia è il paese europeo con il maggior numero di casi di antibiotico-resistenza, 200 mila con 11 mila morti, aumenta anche il consumo di antibiotici, +6,4%. 17,2 dosi/die/1000 abitanti. In particolare 14,5 a Nord, 18,2 al Centro, 20,3 al Sud. Il che denota l’inappropriatezza delle prescrizioni e dei consumi, dato che non trovano riscontro nei dati epidemiologici.
Lo stesso ragionamento vale per gli antidiabetici che al Sud vengono consumati per 83,4 dosi/die/1000 abitanti, contro le 67,9 del Centro e le 64,5 del Nord e per gli inibitori della pompa acida, 100,5 dosi/die/1000 abitanti al Sud, contro le 77 del Nord e le 70,7 del Centro. Eppure non è che in Meridione ci siano più malati di ulcere peptiche o di malattie da reflusso esofageo.
Pergli antidepressivi invece si osservano valori simili in tutt’Italia.
Il 28,5% degli anziani assume 10 o più farmaci all’anno. Il 68% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni per almeno 5 medicinali diversi.
L’uso dei farmaci cosiddetti“generici”, ma sarebbe più appropriato chiamarli “equivalenti”, dato che la genericità implica un giudizio di minor specificità, sono saliti al 22,8% in termini di spesa, al 31,2% in termini di consumi. E’ basso se confrontato a quello di altri Paesi europei.
Cresce la spesa per i farmaci di fascia C pagati direttamente dai cittadini: 7,1 miliardi pari a un +9,8% rispetto al 2022. Il 54% della spesa (3,8 miliardi) con ricetta. Fra questi la parte del leone la fanno le benzodiazepine, i contraccettivi orali e i farmaci per la disfunzione erettile per i quali sono stati spesi 250 milioni di euro.