L’Adige ha posto a Maurizio Gasparri alcune domande sulla nuova situazione che si viene a determinare dopo l’elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti. Oltre ad essere il capogruppo in Senato di Forza Italia, è uno dei politici italiani più popolari e soprattutto più esperti, visto che siede in Parlamento ininterrottamente dal 1992. La sua storia politica è quella di un uomo serio, onesto e coerente che si è sempre battuto, spesso con vivacità ed ironia, per i valori della destra. Ed è proprio per questo che  abbiamo voluto sentire il suo parere sulla vittoria di Trump.

La vittoria di Trump avrà degli effetti sulla destra europea?

«La vittoria di Trump avrà sicuramente degli effetti perché le elezioni americane determinano sempre conseguenze sulla politica internazionale. Trump non avrà effetti solo sulla destra in Europa, ma li avrà in generale sul mondo perché le politiche di pace o di guerra, le politiche in Medio Oriente o le politiche sul caso Ucraina dell’America, avranno una influenza. 

Gasparri. Niente da imparare dalla destra americana

Poi, in realtà, ci sono molte diversità tra l’America e l’Europa. L’Europa, a volte, è più simile a New York che non all’America profonda, dove Trump fonda la sua vittoria. Noi abbiamo un elettorato più complicato, più sofisticato, più diffidente. E, quindi, i messaggi che rendono Trump vincente in America non necessariamente sarebbero efficaci in Europa. Ogni realtà ha la sua caratteristica e la sua specificità. La storia italiana è una storia di alta cultura politica e se si usassero le ricette e gli slogan di Trump in maniera pedissequa probabilmente non si otterrebbero gli stessi risultati». 

Che cosa dovrebbe diventare la destra nella nuova era Trump?

«Io non ho invidia nei confronti di Trump. Penso che il centrodestra italiano, secondo la lezione ‘tatarelliana’ e secondo quello che poi ha messo in campo Berlusconi, sia un modello importante, anche adesso in Europa per mediare tra aree di centro, aree cattoliche, aree liberali e una destra che si voleva ingiustamente discriminare. 

Io penso che il modello italiano di centrodestra e l’evoluzione che ha avuto la destra in Italia siano esse un modello. Non dobbiamo copiare niente. L’America è un’altra realtà e ci sono altri tipi di elettori, di pulsioni e di condizioni, quindi non mi sento figlio di un Dio minore, sia come storia politica, sia come italiano ed europeo».

Gasparri. Mi inquieta Musk

Gasparri. Niente da imparare dalla destra americana

Quali valori, quali alleanze, quali politiche, quale narrazione?

«La narrazione la vedremo. Mi inquieta Musk, che è il braccio destro di Trump e che ha usato droghe e ha comprato i figli con l’utero in affitto. A prescindere dalla rete, che modello e direzione ci viene da Musk? Io faccio politica per stare all’opposto del suo stile di vita. Quindi venisse Musk ad imparare da noi, nelle comunità dove si combatte la droga, nei luoghi dove si combatte lo sfruttamento della donna attraverso la pratica dell’utero in affitto. Questo è il modello Musk. E se Trump si rifà a quei modelli, non è il mio modello. Noi siamo avanti, siamo migliori. L’America potrebbe imparare da noi, da un centrodestra serio e maturo che è contro l’utero in affitto e contro l’uso delle droghe. Cosa dovrei imparare io da Musk?»  

Gasparri. Trump? Non abbiamo nulla da imparare dalla destra americana

Partendo da quanto promesso in campagna elettorale Trump farà la pace in Ucraina o appalterà la guerra all’Europa? 

«Credo che per quanto riguarda l’Ucraina si dovrebbe seguire quello che diceva Berlusconi. Dobbiamo imparare da Musk e da Trump? Berlusconi a Pratica di Mare, nel 2002, ha messo la Russia e l’America intorno a un tavolo. Berlusconi fu molto esplicito sulla vicenda Ucraina, molti lo hanno criticato. Noi abbiamo sempre difeso la libertà dell’Ucraina. Anche Zelensky non mi ha mai entusiasmato. Poi i russi sono prepotenti e aggressivi in quella terra, ma non da oggi, già dai tempi dello zar. Chi ha studiato la storia sa che ci sono delle costanti nella presenza russa in quella terra. La cosa non si può accettare, ma pensare di risolverla con la terza guerra mondiale mi pare che sia un enorme pericolo. Pensiamo a quello che ha fatto Berlusconi di Pratica di Mare«.